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Detenute in Bahrain dichiarano sciopero della fame

Dopo che le autorità del regime di al-Khalifa hanno costruito una barriera supplementare per impedire alle donne in carcere di abbracciare i propri familiari in visita, le detenute del Bahrain, lo scorso mercoledì, hanno dichiarato l’adesione allo sciopero della fame.

Contestualmente alla dichiarazione di sciopero della fame le detenute del centro Issa Town hanno comunicato che, fino a quando il muro di vetro non verrà rimosso dalle autorità competenti, non accetteranno più visite da parte dei loro familiari.

Alla notizia, alcuni rappresentati dell’Istituto del Bahrain per i Diritti e la Democrazia (Bird) hanno incontrato i familiari delle detenute, che si sono detti assolutamente sconvolti per questa restrizione, che nega ingiustamente ai figli di queste donne anche il minimo contatto con le loro madri. Restrizione che, tra l’altro, si presenta immotivata quanto eccessiva.

Durante le visite in carcere, tra i familiari e le detenute c’è già un enorme tavolo di marmo ad ostacolare ogni tentativo di contatto con genitori o figli, dallo stringersi le mani all’abbracciarsi. “Molte di queste donne sono state arrestate unicamente per la loro opinione politica. Questa restrizione mira chiaramente a rendere la loro permanenza in carcere ancora più estenuante”, ha affermato Sayed Ahmed Al-Wadaei, direttore dell’advocacy di Bird.

Al-Wadaei si è, inoltre, detto oltremodo indignato per il silenzio dei governi internazionali in merito alla difficile situazione dei diritti umani in Bahrain, ed ha puntato il dito contro Regno Unito e Svizzera, tra i maggiori “sostenitori” del regime di al-Khalifa.

Da tempo, ormai, in Bahrain gli attivisti per i diritti umani chiedono, inascoltati, maggiore libertà, rispetto e democrazia. Il Bahrain è un Paese in cui vieni arrestato anche per il semplice utilizzo di internet, o se scendi in piazza a manifestare contro la detenzione ingiustificati dei minori, le torture alle detenute politiche e le repressioni di chi si batte per la difesa dei diritti di tutti.

Hajar Mansoor, Sayed Ahmed al-Wadaei, Ebtisam Al-Saegh, Najah Al-Sheikh, Medina Ali, Amira Al-Qashami, Rawan Sanqoor and Zaynab Marhoon, sono le donne che hanno aderito allo sciopero della fame, contro l’ennesimo sopruso del regime di Manama.

di Mafalda Insigne

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