Si parla tanto, in questi giorni, della situazione americana per quanto riguarda il debito che ha portato la federazione nordamericana alla chiusura di uffici pubblici, parchi e all’impossibilità di curare centinaia di persone lasciate fuori dagli ospedali. Proprio dopo l’incontro alla Casa Bianca tra Obama e lo speaker repubblicano, John Boehner, il New York Times annunciava che il Presidente americano rifiutava la proposta di sfondamento del debito per sei settimane, così come era stato avanzato dai repubblicani.
Ma un nuovo aggiornamento arriva proprio da quest’ultimo fronte: si parla di “tagli alla spesa sociale” come condizione presentata dagli stessi repubblicani che, secondo quando emerge da fonti del Grand Old Party, sarebbero disposti a votare la riapertura dello Stato Federale a patto che Obama ricontrolli i programmi di assistenza sociale. In particolare, il Medicare destinato agli anziani, dovrebbe riguardare quelli appartenenti a fasce più benestanti mentre il portavoce della Casa Bianca, Jay Carney, ha affermato che “una legge di bilancio a breve termine e un aumento del tetto del debito sono il minimo che il Congresso possa fare”.
Ma quali saranno gli effetti in caso di un eventuale fallimento di Washington? Risponde il commissario europeo agli Affari monetari, Olli Rehn, che ha affermato: “Creerà turbolenze sui mercati con conseguenze per una ripresa che e’ ancora fragile”.
Uno shutdown già in corso da ben due settimane, dove i repubblicani giocano un ruolo importante nel blocco delle trattative tra Camera e Casa Bianca. Mentre i democratici concordano in una politica di innalzamento del tetto del debito Usa oggi fissato per legge a 16.700 miliardi dollari, procedura che, secondo gli stessi, dovrebbe far guadagnare tempo in attesa di nuove quanto decisive novità sugli accordi.
di Redazione
