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Cuba apre per valorizzare le proprie risorse

di Salvo Ardizzone

L’Asamblea Nacional del Poder Popular, in una sessione speciale, con procedura d’urgenza che non si applicava da quattro anni, il 29 marzo ha approvato una legge che punta a facilitare l’afflusso di capitali e le joint venture per lo sviluppo dell’economia.

Il Ministro del Commercio e degli Investimenti, Rodrigo Malmierca, ha dichiarato che la legge mira a migliorare e ammodernare le infrastrutture cubane da un canto, e a permettere la nascita di collaborazioni e di filiere produttive in settori fondamentali dell’economia per valorizzare al meglio le risorse del Paese, ma senza per questo abbandonare il programma socialista cubano, che rimane l’ispirazione delle attività economiche. Gli unici ambiti esclusi sono l’educazione e la sanità che, oltre ad essere già di buon livello, riteniamo giustamente si vogliano tener fuori da ogni logica di mercato.

L’iniziativa, nell’ambito della strada intrapresa già da tempo dal Presidente Raul Castro, punta a sviluppare l’imprenditoria privata, pur nell’ambito di un chiaro controllo pubblico della valenza degli investimenti, che godranno anche di un trattamento tributario agevolato, con riduzioni della tassazione fino al 50%.

L’Avana vuole così superare il gap tecnologico e finanziario che l’affligge, ed innescare a medio termine un volano di crescita che migliori l’export e la situazione economica generale del Paese. Le condizioni ci sono tutte e Brasile (che è già presente), Russia e Cina sono in fila per investire massicciamente nell’area; la procedura d’urgenza applicata per far passare il provvedimento fa pensare che i progetti ci siano già, e attendano le basi normative per avere inizio.

I cosiddetti “contratti di associazione economica internazionale o di imprese controllate da capitali esteri” saranno il modo per attirare patner solidi, destinati a sostituire nel tempo (o quantomeno affiancare) la collaborazione con il Venezuela.

Da tempo la situazione economica e interna di quel Paese va degenerando, impedendo di fatto collaborazioni che non siano esclusivamente energetiche (leggi forniture di petrolio). Ma Cuba, per la sua situazione, la sua storia e le sue giuste aspirazioni, ha bisogno di più.

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