Crimini contro Montoneros: più di 4mila gettati vivi in mare
Un ex militare nel corso del procedimento giudiziario contro i crimini commessi ai danni dei militanti Montoneros durante l’ultima dittatura militare argentina, sostenuta dagli Stati Uniti negli anni 1970 e 1980, ha fornito prove ed informazioni sui voli della morte ed il meccanismo di rapimenti, torture e sparizioni compiuti dall’esercito.
Il procedimento giudiziario in corso è stato sospeso già due volte ed è ripreso, finalmente, il 12 aprile scorso. Vi sono state chiamate a testimoniare oltre 250 persone. Sono andati a processo nove presunti responsabili delle sparizioni forzate nei cui confronti pendono 94 accuse per crimini contro l’umanità. Il processo non ha per oggetto i crimini contro l’umanità commessi nei centri clandestini dalla dittatura del Generale Videla, una pagina buia della storia argentina in cui furono risucchiati 30mila desaparecidos, ma ha per oggetto quelli commessi nella struttura di intelligence dell’esercito a Campo de Mayo volte a realizzare un piano illegale di sequestri di persona ai danni dei militanti Montoneros che vivevano in esilio.
“L’obiettivo, in primo luogo, è puntare in alto e cioè al Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, al Battaglione 601 e al Distaccamento 201 che operavano a Campo de Mayo”, ha affermato l’avvocato Llonto. “Sappiamo che per ora la lista dei sospetti è piuttosto piccola ma questo processo mostrerà il vero volto di gran parte dell’organizzazione anche per capire che il lavoro dell’intelligence non era solo per ottenere informazioni sotto tortura, ma anche il controspionaggio, generare notizie false e farle circolare nei media oltre che infiltrarsi tra gli avversari”, ha aggiunto. Infine, l’avvocato Llonto ha sottolineato che “questa gigantesca rete di disinformazione che ha oscurato la storia del Paese per così tanto tempo sta iniziando ad essere scoperta”.
La Testimonianza di Nelson Ramón González
L’ex militare Nelson Ramón González ha testimoniato e fornito informazioni chiave sui voli della morte, sul meccanismo di rapimenti, torture e sparizioni organizzato dall’esercito sin dalle sue azioni a Campo de Mayo. Inoltre, ha fornito dettagli sull’esecuzione di Federico Frías, Marcos “Pato” Zucker – figlio dell’attore Marcos Zucker – e di altre due persone che non sono ancora state identificate. “La testimonianza di González è molto importante, perché mette sulla scena giudiziaria qualcosa che non è stato giudicato fino ad ora e, allo stesso tempo, contribuisce a comprendere il nervo centrale della repressione in tutta l’Argentina”, ha affermato l’avvocato Pablo Llonto.
Le esecuzioni dei militanti Montoneros rapiti, Zucker e Frías, sono avvenute nell’area del campo di tiro della proprietà, e vi hanno partecipato alcuni dei capi dell’esercito. Alla domanda su cosa avevano fatto i militari dopo le esecuzioni, Gonzalez ha dichiarato: “Con tutto il rispetto per i parenti, li hanno bruciati lì con le coperte… Lavoravamo con un gruppo di otto ufficiali permanenti con commissioni che ruotavano ogni due mesi, a loro volta sotto il comando di vari gruppi di intelligence, in particolare il Battaglione d’Intelligence 601”.
Inoltre, l’ex caporale di cavalleria ha aggiunto che da Campo de Mayo “sono passate circa quattromila persone che poi furono gettate vive in mare”. Secondo González, i voli della morte provenivano dalla Aviation Company: “Era noto in tutta Campo de Mayo. C’erano gli aerei della Fiat e lì venivano eseguiti i voli e tutti commentavano quanto accadeva”.
In un altro passaggio della sua testimonianza di oltre due ore, Gonzalez ha menzionato l’impunità con cui i militari hanno agito. “Queste persone credevano che sarebbero state eterne. A loro non importava se fosse noto. I militari hanno sempre creduto in una speciale classe sociale. Se mi succede qualcosa, voglio che sappiate che sono loro, perché non muoiono mai”, ha concluso González.
di Cristina Amoroso