Cronaca

Covid-19, Fase 2 piena di insidie

Il 4 Maggio, le restrizioni imposte per contrastare Covid-19 sono state allentate permettendo un lento ritorno alla normalità. Quello che si è visto però non è molto confortante considerato che nel DPCM non è previsto nessun ritorno alla normalità, ma sono concesse piccole varianti alla restrizione durata due mesi. Ma, a quanto pare, quello che è stato recepito è un via libera come se tutto quello vissuto in precedenza fosse stata una esercitazione e da qui il rompete le righe con assembramenti e festini organizzati a casa.

Eppure, la situazione è molto più pericolosa di prima visto che il già semplice gesto di indossare una mascherina crea un effetto psicologico di invulnerabilità, come se bastasse quel semplice ausilio per cancellare il tutto.

Se l’Italia fosse una nazione assennata prenderebbe questa Fase 2 con molta cautela perché il messaggio che manda l’Imperial College di Londra è tutt’altro che incoraggiante. In base alle proiezioni dell’istituzione britannica, se in Italia si ritornasse a un 20% di mobilità in più, senza le dovute misure di sicurezza, ci potrebbero essere altri 5mila decessi. Se si ritornasse al 40% fino a 23mila. C’è da dire che si tratta di “Wrost case”, ossia i peggiori scenari possibili, ma è così che bisogna ragionare in una pandemia.

In quanto tempo il Covid-19 potrebbe tornare a correre?

Stando ai dati, tutto ciò potrebbe accadere nel giro di otto settimane, ed è per questo che secondo l’Imperial College la Fase 2 deve essere ancora più monitorata rispetto alla Fase 1. Tutto ciò si può leggere sul sito dell’istituto, uno dei redattori è Neil Ferguson uno dei maggiori esperti epidemiologi del Regno Unito, colui che ha fatto cambiare orientamento a Johnson e Macron.

Si legge nel sito: “Visto il controllo ottenuto ad oggi in Italia tramite l’implementazione dagli “interventi non-farmaceutici” (tra cui la chiusura di scuole ed università, il distanziamento sociale e la quarantena, compreso il divieto di assembramenti pubblici e di effettuare spostamenti non essenziali), prendiamo in considerazione tre scenari per le prossime otto settimane:

1) uno scenario in cui la mobilità rimane la stessa della quarantena;
2) uno scenario in cui la mobilità ritorna al 20% dei livelli pre-quarantena;
3) uno scenario in cui la mobilità ritorna al 40% dei livelli pre-quarantena.

Simulazioni

Simulando le prossime otto settimane e assumendo uno scenario in cui la mobilità nel Paese salga al 20 per cento osservata nel periodo prima del lockdown”, scrive l’Imperial College, “stimiamo un tasso medio d’attacco in Piemonte del 19.64 per cento, in Lombardia del 13.79 per cento e in Veneto del 12.90 per cento. Una mobilità al 40 per cento osservata prima della quarantena, stimiamo che il tasso d’attacco medio in Piemonte alla fine delle prossime otto settimane diventi del 54.18 per cento, seguito dalla Toscana con il 41.71 per cento”.

Chi pagherebbe il prezzo più caro? Se tutto ciò dovesse accadere, ripetiamo che si tratta del “peggior scenario possibile”, il Piemonte sarebbe la regione più colpita dalla seconda ondata Covid-19 con un numero di decessi che andrebbe da 700 con il 20% di mobilità a 8.700 con il 40% di mobilità, seguirebbe il Veneto con un margine di 500-6.600 morti, la Toscana 200-3600 e il Lazio con una forchetta tra i 100 e 3.300 morti.

di Sebastiano Lo Monaco

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