Corte penale internazionale emetterà mandato di arresto contro Netanyahu?
Il quotidiano israeliano Yedioth Ahronoth ha riferito che il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, si aspetta che la Corte penale internazionale emetta mandati di arresto contro di lui e il ministro della Difesa, Yoav Galant, prima della sua visita a Washington il 24 luglio.
Il canale israeliano 12 ha dichiarato, in un rapporto pubblicato martedì, che “le stime raggiunte durante le recenti discussioni nell’ufficio del Primo Ministro, nel Ministero degli Affari Esteri e nel Ministero della Giustizia, sono che la Corte penale internazionale dell’Aia dovrebbe rispondere positivamente alla richiesta del procuratore generale, Karim Khan”.
Secondo il rapporto, in questi giorni all’interno dell’entità israeliana si sta formulando quello che il canale ha descritto come un “messaggio difensivo” riguardo a questa decisione. Canale 12 ha inoltre indicato che, allo stesso tempo, non era stata presa alcuna decisione se presentare o meno una risposta, a seguito dell’eventuale decisione. Il rapporto afferma che Netanyahu e Gallant devono prendere una decisione al riguardo, “perché si tratta di un procedimento penale contro di loro”.
Corte penale internazionale sta esaminando le implicazioni di tale decisione
Il rapporto sottolinea che “la profonda preoccupazione in Israele riguardo all’emissione di mandati di arresto è così grande che, in questi giorni, la Corte sta esaminando le implicazioni di tale decisione, prima del viaggio del Primo Ministro negli Stati Uniti.
Il rapporto spiega che, sebbene gli Stati Uniti non siano firmatari del “Trattato di Roma”, si discute “su uno scenario difficile ma possibile, di un atterraggio di emergenza dell’aereo del primo ministro in un Paese firmatario del trattato. La valutazione fatta dai funzionari legali a porte chiuse è che la maggior parte dei Paesi rispetterà l’ordine (che dovrebbe essere emesso dal tribunale) e lo attuerà”.
D’altra parte, l’ufficio di Netanyahu ha risposto al rapporto: “Non commentiamo queste discussioni e non vi è alcuna preoccupazione per i viaggi del Primo Ministro”.
Il mese scorso, un’indagine condotta dal quotidiano britannico “The Guardian”, dal sito web “Siha Mekumit” e dalla rivista “972+” ha riferito che i servizi di intelligence israeliani – la divisione di intelligence militare, il Mossad e lo Shin Bet – avevano, per anni, spiato i dipendenti di alto rango della Corte penale internazionale dell’Aia e raccolto informazioni su di loro e sui loro rapporti con i palestinesi, che hanno fornito alla Corte rapporti sulle violazioni dei diritti umani nei territori palestinesi occupati. L’intelligence israeliana ha anche cercato di fare pressione sui dipendenti fermare le indagini.
Le operazioni di spionaggio israeliane hanno preso di mira l’ex procuratore della Corte penale internazionale, Fatou Bensouda, e l’attuale procuratore generale, Karim Khan, e il loro staff.
di Redazione