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Coronavirus, esplode la vendita di armi in Usa

Centinaia di cittadini in fila davanti ai negozi di armi negli Stati Uniti, mentre il panico da coronavirus induce molti a prepararsi all’emergenza nazionale.

Picco delle vendite di armi

Mentre gli Stati Uniti si affrettano a gestire la diffusione del coronavirus, gli acquisti per panico si stanno diffondendo in tutto il Paese. Accanto al disinfettante per le mani, molti americani hanno deciso che, dal momento che non si può essere troppo attenti, è tempo di caricare una pistola, secondo quanto riportato da The Independent.

Delle lunghe file si stanno formando fuori dai negozi di armi dalla California all’Alabama fino allo Stato di New York, e non solo gli appassionati di armi ben armati si uniscono alla corsa. Un venditore di Mesa, in Arizona, ha detto a una stazione televisiva locale che stava assistendo a un aumento degli acquirenti per la prima volta, così come un responsabile del negozio a Vallejo, in California.

Ammo.com, un importante rivenditore online, ha pubblicato alcuni dati significativi: dal 23 febbraio al 4 marzo le vendite sono aumentate del 68%. Nella Carolina del Nord e in Georgia si sono verificati picchi che hanno toccato rispettivamente il 179% e 169%. “Sappiamo – dice Alex Horsman, responsabile marketing di Ammo.com – che alcuni eventi influiscono sulle vendite di munizioni, soprattutto politici o riguardanti instabilità economica, quando le persone sentono che i loro diritti potrebbero essere violati. Questa è la nostra prima esperienza con un virus che porta a un tale aumento delle vendite”. 

Contro il panico da Coronavirus il Secondo Emendamento

Ogni occasione è buona per acquistare un’arma, il cittadino americano non si limita neppure davanti all’agghiacciante serie di sparatorie nel suo Paese, che ha la più elevata percentuale di proprietari di armi da fuoco nonché la più alta incidenza di morti per arma da fuoco nel mondo. Il suo è un acquisto da panico dettato da una situazione di emergenza, una pandemia, un virus, naturale o artificiale, che ha già causato più di ottomila morti nel mondo. 

I contagi da Covid-19 finora registrati negli Stati Uniti ammontano a 7.323, con 115 morti, situazione che ha fatto dichiarare da Donald Trump lo stato di “emergenza nazionale” ed ha promesso l’arrivo di 50 miliardi di dollari in aiuti agli Stati per affrontare la pandemia. “Tutti gli ospedali siano in allerta” ha intimato il presidente. Il cittadino americano dubita che tutto ciò migliorerà la situazione concreta sul territorio, dove ancora non si vedono i kit e dove preoccupa la tenuta generale dell’apparato sanitario. Mancano quantità sufficienti di letti negli ospedali, di ventilatori per la respirazione. Persino le mascherine di protezione per gli operatori sanitari sono poche: 30 milioni in tutto il Paese, ne potrebbero servire 300 milioni. 

L’anima del cow boy e il terribile amore per la guerra

Ed ecco che la paura riaccende l’anima del cow boy che, pur minoritaria, gode di un ampio consenso. Appellandosi al Secondo Emendamento, ha il diritto di detenere e portare armi, diritto che non potrà mai essere infranto, diritto che procura al Paese con i suoi 36mila morti ogni anni per colpi d’arma da fuoco il primato della violenza.

La disposizione dell’uomo alla possibilità di uccidere, l’intrinseca inclinazione anche alla malvagia violenza non hanno bisogno di argomentazioni dimostrative dal momento che è tutta la storia dell’umanità a parlarcene, con la sequela ininterrotta di guerre, che implicitamente autorizzano e ipocritamente disconoscono lo smisurato campionario di ogni possibile crudeltà, violenza, sadismo. 

“Un terribile amore per la guerra” lo definisce James Hillman nel titolo illuminante  di un suo saggio, che individua nello “stato marziale dell’anima”, nella “follia del suo amore” la ragione ultima delle guerre e, parallelamente, di ogni atto violento. 

di Cristina Amoroso

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