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Corea Popolare nell’era di Kim Jong-un

Quando in Occidente si sente parlare della Corea del Nord e del suo leader Kim Jong-un si pensa ad un Paese tirannico guidato da un “dittatore pazzo” oltretutto dotato di armi nucleari! [1]. Ma la realtà è proprio questa? La Corea del Nord, o meglio la Repubblica Popolare Democratica di Corea (Rpdc o in inglese Dprk) non è un Paese irrazionale, né tanto meno guidato da un “pazzo” e non si tratta nemmeno di una piccola Unione Sovietica resistita al passare del tempo in puro carattere staliniano.

La Rpdc è uno Stato che segue un modello differente rispetto al parlamentarismo tipico delle democrazie liberali occidentali, cioè il socialismo, ma con socialismo non si può intendere né l’ortodossia marxista-leninista tipica dell’ex Unione Sovietica, né il socialismo con caratteristiche cinesi tipico dell’attuale Repubblica Popolare Cinese, ove si sono instaurate riforme di mercato a fianco ad un’economia pianificata[2].

Il socialismo coreano si basa su un marxismo-leninismo che ha seguito una via originale e priva di aspetti dogmatici che impedivano all’ideologia di progredire verso il futuro: si tratta dell’idea del Juche. Cos’è il Juche e qual è il suo significato? L’idea del Juche è l’insieme delle idee elaborate e teorizzate dal padre-fondatore della Corea Popolare, Kim Il Sung, intorno alla prima metà del XX secolo, ed ampliate nel corso della sua dirigenza dello Stato dapprima come Premier e poi come Presidente della nazione (1948-1994).

L’Idea del Juche

L’Idea del Juche può essere tradotta ed esplicata agli occidentali con queste parole: “Ogni uomo è artefice del proprio destino”, un occidentale di fronte a ciò potrebbe dubitare o non capire l’essenza di questa frase, che significa? Il Juche, partendo dal materialismo dialettico, base del pensiero marxiano che permette di abbracciare società e natura tramite la sua teoria si focalizza sull’uomo e sulla sua azione. Il pensiero marxiano che definisce l’essenza umana come l’insieme dei rapporti sociali, è stato arricchito di tre attributi fondamentali che possederebbe l’uomo:

• Chajusong: Il Chajusong è un’espressione linguistica coreana che non trova nessun termine equivalente nelle lingue indoeuropee [3] «Indipendenza»: così viene tradotta dalle varie pubblicazioni sul Juche successive agli anni ’80. Essa indica lo spirito d’indipendenza che permette a ciascun uomo di non essere un soggetto passivo e dominato: grazie a esso l’uomo si evolve, progredisce ed è il padrone del mondo, nonché del proprio destino [4]. In breve, possiamo dire che il Chajusong esprime la vitalità umana sulla base socio-politico e di conseguenza la sua padronanza su come essere sociale.

• Creatività: tramite l’idea di progresso (come progresso non si deve intendere il “mito di progresso” che inalbera la moderna società liberale, ma il progresso orientato verso il benessere del popolo e del proprio stato), la creatività permette di trasformare e modellare le cose secondo il proprio potere.

• La Coscienza: si tratta dello spirito che caratterizza l’azione dell’uomo, consentendo all’uomo di comprendere le leggi che regolano e muovono l’universo: sia quelle materiali che socio-politiche [5]. La coscienza per il Juche è qualcosa di più profondo rispetto alla coscienza di classe nei confronti del marxismo.

Forte componente patriottica

L’Idea del Juche è caratterizzata da una forte componente patriottica e nazionalistica, secondo Kim Il Sung ogni stato ha le proprie particolarità nazionali e se i coreani studiano la storia del Partito Comunista dell’Unione Sovietica e Cinese è solo per capire quali aspetti positivi applicare nel loro paese e quali aspetti meno adatti tralasciare [6]. Il Juche vuole respingere il dogmatismo ideologico nonché l’idea che i comunisti disprezzino le idee nazionali e patriottiche sono alla base della nazione [7].

La forte componente nazionalistica e patriottica presente nell’ideologia, non deve trarre in inganno l’impegno della Corea nei confronti dei processi di decolonizzazione, nelle rivoluzioni che avvengono all’estero contro l’imperialismo nonché a favore della pace fra i popoli. Fondamentale e conosciuto è l’aiuto diplomatico e d’assistenza militare che la Corea dà ai movimenti rivoluzionari ed ai suoi alleati nel mondo [8]: in particolare in Iran, Cuba, Egitto, Palestina nonché nei paesi africani [9]. La popolarità del Juche in Africa, Asia e nel terzo mondo ha toccato livelli di popolarità fra i movimenti socialisti, socialdemocratici, comunisti e di sinistra al pari del pensiero maoista [10].

Con la morte di Kim Il Sung nel 1994, il Paese cadde in lutto profondo per la perdita del padre della patria; la reazione dei cittadini nordcoreani sconvolse l’occidente: pianti e grida della popolazione per la morte di Kim Il Sung venne interpretata come una “follia” o “esaltazione”; semplicemente non era nessun comportamento folle ed esaltante, ma in linea con la tradizione (stessa cosa per quanto riguarda il conteggio degli anni; l’anno di nascita del fondatore dello stato è diventato dopo la sua morte l’anno 1).

La leggenda sulla morte di Kim Il Sung

La leggenda sulla morte di Kim Il Sung secondo cui le gru l’avrebbero reclamato per portarlo in cielo, ma l’opposizione del popolo lo avrebbe impedito, in nome dell’amore per il leader, non è affatto una storiella risibile frutto di menti infantili, ma piuttosto un singolare compromesso fra la tradizione e la modernità. Ascendere al cielo cavalcando la gru è infatti un topos dell’immaginario orientale, riguardo alle grandi personalità, riflesso del pensiero taoista.

Essendo stato trattenuto dal popolo Kim Il Sung evita di diventare un immortale taoista, ma rimane in patria come eterno eroe del socialismo e custode di questo Paese che ha contribuito a creare [11]. Nessuna follia quindi, la realtà nordcoreana va compresa in base alla conoscenza della loro tradizione e del loro sistema politico, non in base a stereotipi occidentali.

Corea e media occidentali

In realtà nelle pubblicazioni della Rpdc non si trova da nessuna parte questa “leggenda”: essa appare più un’invenzione dei media occidentali che hanno “messo in bocca” ai loro colleghi nordcoreani cose mai dette per giustificare le denigrazioni circa il “culto della personalità” e altre sciocchezze simili, analogamente a quanto viene affermato circa i presunti “unicorni e arcobaleni” che avrebbero salutato la nascita di Kim Jong Il o a proposito della presunta “invenzione dell’hamburger” da parte del caro leader.

Negli anni ‘90, il suo successore Kim Jong Il introdusse due elementi chiavi nell’Ideologia del Juche: la definizione del concetto di nazionalismo e il Songun. Il concetto di nazionalismo viene ampliato e viene reso compatibile al concetto di socialismo: «Sono gli imperialisti, e non i comunisti, ad opporsi al nazionalismo e ad ostacolare lo sviluppo indipendente delle nazioni» [12].

Il concetto di Songun

Songun è un concetto assai più complesso. Songun è un termine che è traducibile in lingua inglese come “Military First” [13] o in italiano: «Prima l’Esercito» e rappresenta una “strategia politica che pone l’esercito come priorità negli affari nazionali [14]; il ruolo dell’avanguardia rivoluzionaria per la difesa della patria contro una potenziale aggressione degli imperialisti è principale. Tutta la popolazione deve sapere impugnare una baionetta in caso d’aggressione esterna.

Il Songun è fondamentale anche nello sviluppare uno Stato potente e prospero nel settore della difesa militare; in breve la Corea non usa il Songun e il consecutivo sviluppo d’armi nucleari come strumento per intimidire altre nazioni, ma come mezzo di deterrenza nei confronti degli Stati Uniti nonché come mezzo per contenere una possibile guerra e per raggiungere da “pari a pari” una possibile pace.

In breve, il Songun è una politica efficiente e ben strutturata che nel piano interno opera affinché si sviluppi una potente avanguardia rivoluzionaria in tutta la popolazione nonché ciò permette nello sviluppare uno Stato prospero e potente indipendente nella propria sovranità e che tuteli la vita dei cittadini [15].

Kim Jong Il muore per un arresto cardiaco nel 2011, lasciando il Paese socialista sviluppato a livello militare ed economico; si sono aperte buone possibilità di scambi culturali, economici etc. con partner occidentali, cinesi, russi e mediorientali nonostante le sanzioni occidentali e dell’Onu. Le redini e la sorte dello Stato vengono prese da Kim Jong Un.

Corea e rapporti con l’Occidente

Kim Jong Un è stato, al pari dei suoi predecessori, il nemico numero uno di quest’Occidente in forte crisi d’identità che invece di superare le sue problematiche cerca il nemico dove non c’è [16]. Kim Jong Un in carica dal 2012 rafforza l’ideologia del Juche e la linea politica del Songun, dando il via a diversi test missilistici. Il rafforzamento dell’ideologia del Juche inizia con la coniazione di un termine innovativo da parte di Kim Jong Un: “kimilsungismo-kimjongilismo”, una sintesi originale, compatta e creativa d’applicazione del socialismo nell’era del Juche [17].

Kim inaugura una linea dura con un’attenzione innovativa verso il progresso sociale ed economico, nonché tecnologico (lo sviluppo per esempio di un mercato di consumo all’interno della Rpdc, totalmente differente naturalmente dal consumismo occidentale). Il progresso tecnologico, culturale [18] (nel settore scolastico, delle relazioni fra Paesi, sportivo etc.) ed economico e di eventuale riforma dell’economia nonché di cercare di instaurare un rapporto positivo sia con i tradizionali alleati (Russia e Cina) nonché con gli Stati Uniti (testimoni gli incontri fra Kim Jong Un e Donald Trump nel 2018 e 2019) devono avvenire per migliorare le relazioni internazionali della Corea e raggiungere la riunificazione tanto auspicata in modo pacifico con la vicina Corea del Sud nonché ad un trattato di pace definitivo che metta fine alla Guerra di Corea (attualmente si ha solo un armistizio fra Rpdc ed Usa) [19].

Corea tra principi e riforme

In tutto questo processo complicato di sviluppo e di diplomazia, la Corea del Nord non deve intraprendere riforme azzardate nello stile dell’ex Urss e deve lavorare incessantemente sul lavoro ideologico (che come insegna la storia gli ex. Stati socialisti hanno trascurato e per questo sono decaduti per la penetrazione culturale occidentale) [20].

La Corea del Nord non rinuncerà ai suoi principi ideologici e d’indipendenza [21], perciò cerca di muoversi a livello diplomatico con accortezza per giungere ad un futuro più prospero e di riunificazione nazionale secondo i principi pacifici [22]; come indicato dal padre della patria per i coreani: Kim Il Sung [23].

Dove va la Corea del Nord oggi?

La linea politica di Kim Jong Un che affianca lo sviluppo del Songun e quello economico prende il nome di Bjungjin Line (Linea dello sviluppo simultaneo). Quindi dove va la Corea del Nord oggi? Questa breve analisi vuole cercare di mostrare la Corea del Nord secondo un’ottica differente ed innovativa; la Corea del Nord non è né l’avamposto del male e della dittatura né un Paese relegato ad un passato e fuori dal mondo. La Corea è un Paese ove lo Stato e la sua popolazione sotto la guida del suo leader percorre la strada verso un futuro più prospero.

Qual è il futuro prospero che auspica la Corea del Nord? Il proprio sviluppo sia economico, sociale che vede l’uomo nordcoreano non un parziale automa di un sistema antiquato e dittatoriale, ma come un elemento base e dinamico ove il motto è progredire sia per se stessi che per il proprio Paese. Poiché questa è la base del Juche ove “ogni uomo è artefice del proprio destino” e di conseguenza è spiritualmente cosciente del suo ruolo nel proprio Paese. Successivamente il fine della Corea e di Kim Jong Un stesso è aprire la strada alla riunificazione con la vicina Corea del Sud, che auspicano tutti i coreani di tutto il mondo e il raggiungimento di una pace con gli Stati Uniti d’America, se essi la vorranno. Ma una cosa è assolutamente certa, la Corea del Nord sta andando verso una nuova era: l’Era di Kim Jong Un.

di Pietro Missiaggia

[1]Dalla prefazione di P. Pioppi a Kim Jong Il, Sul socialismo coreano, Edizioni Laboratorio Politico, 1994, cit.pp. 5-8

[2]Cfr.  A.Fiori, Il nido del falco. Mondo e potere in Corea del Nord, Le Monnier Università, Firenze, 2016.

[3]D.Fiorot, Il sistema politico della Repubblica Popolare Democratica di Corea, CEDAM, Padova, 1994 cit. p. 61.

[4]F.Giuliani, La rivoluzione ignota. Dentro la Corea del Nord: progresso, socialismo, modernità, Edizioni La Vela, Viareggio, 2019, cit. pp. 76-77.

[5]Ibidem.

[6]Kim Il Sung, Kim Jong Il, Kim Jong Un, Scritti scelti sul socialismo coreano, Edizioni Simple, Macerata, 2013, pp. 21-22.

[7]Ivi. p.23.

[8]Kim Il Sung, Promuoviamo la rivoluzione mondiale tenendo alta la bandiera del marxismo-leninismo e dell’internazionalismo proletario, la bandiera della lotta antiamericana, Edizioni in Lingue Estere, Pyongyang, 1969, pp. 257-272 ed. ing.

[9]<http://www.agcnews.eu/corea-del-nord-kim-jong-un-ha-il-sostegno-del-terzo-mondo/> “COREA DEL NORD. Kim Jong Un ha il sostegno del terzo mondo” di A.Albanese (consultato in data 09/08/2020)

[10]<https://www.herald.co.zw/kim-il-sungs-contribution-to-africa/> “Kim Il Sung’s contribution to Africa” by The Herald (consultato in data 09/08/2020)

[11]Cfr. M.Riotto,Storia della Corea, Bompiani, Bergamo, 2005 cit. pp. 289-290.

[12]Kim Jong Il, Opere scelte, vol. 15, Edizioni in Lingue Estere, Pyongyang, 2011, pag. 235 ed. fr.

[13]Per approfondimenti specifici sul Songun si rimanda ad: A.Lattanzio, Songun. Anti-imperialismo ed identità nazionale nella Corea Socialista, Edizioni all’Insegna del Veltro, Parma, 2012.

[14]Cfr. D.Jeon, “Seongun Jeongchie Daehan Lihae” (Understandig of military-first politics), Pyongyang Pubblication, Pyongyang, 2004.

[15]Cfr. A.Fiori, Il nido del falco. Mondo e potere in Corea del Nord, Le Monnier Università, Firenze, 2016 cit. pp. 130-131.

[16]Cfr. A.J.Toynbee, “Il mondo e l’Occidente, Sellerio Editore, Palermo, 1992.

[17]Cfr. Kim Il Sung, Kim Jong Il, Kim Jong Un, Scritti scelti sul socialismo coreano, cit. p. 210.

[18]Sulla scuola e sulla vita quotidiana nel paese si veda: S.P.Lone. Lezioni da Pyongyang. La Corea del Nord vista da un insegnante, Create Space, Torrazza Piemonte, 2014 e G.Riva, Andare a scuola in Corea (RPDK), Jaca Book, Milano, 1973.

[19]Cfr. F.Giuliani, La rivoluzione ignota. Dentro la Corea del Nord: progresso, socialismo, modernità, Edizioni La Vela, Viareggio, 2019.

[20]G.Chiesa, Putinfobia, Edizioni Piemme Spa, Milano, 2016, cit.pp. 54-55.

[21]A.G.Dugin. La Quarta Teoria Politica, NovaEuropa Edizioni, Milano, 2018, cit. p. 180

[22]Cfr. D.Rossi, Pyongyang, l’altra Corea, Mimesis, Milano-Udine, 2012.

[23]Cfr. Kim Il Sung, Per la riunificazione della patria in piena indipendenza e per via pacifica, Associazione italiana per i rapporti culturali con la Repubblica popolare democratica di Corea, Roma.

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