In Congo quattro milioni di bambini orfani
Più di quattro milioni di bambini hanno perso almeno un genitore nella Repubblica Democratica del Congo nel corso degli ultimi due decenni, vittime silenziose di cicli continui di conflitti. Lo ha denunciato un rapporto delle Nazioni Unite, secondo il quale in Africa occidentale e centrale ci sono 26 milioni i bambini orfani, secondi solo a quelli in Asia meridionale.
Situazione umanitaria collettiva
A dispetto della scarsa attenzione prestata dai media internazionali, nella Repubblica Democratica del Congo si consuma una delle più gravi crisi umanitarie al mondo, con povertà e guerra civile. La guerra della Repubblica Democratica del Congo è il conflitto che ha causato più morti dalla seconda guerra mondiale ad oggi, ma che non ha ricevuto la giusta risposta dalla comunità internazionale. Sono oltre 5,4 milioni le vittime del conflitto cominciato nel 1998.
Il tasso di mortalità è risultato superiore del 40 per cento al tasso medio dell’Africa subsahariana, ossia 45mila morti in più ogni mese rispetto ai Paesi vicini non coinvolti in conflitti. Per la maggior parte si tratta di morti causate dalla malnutrizione e da malattie infettive come meningite, polmonite e morbillo; i bambini sono i più colpiti.
La quasi totalità delle vittime sono civili, la metà delle quali bambini, che costituiscono oltre il 50% della popolazione congolese, se negli anni molti sono morti a causa dei combattimenti, un numero certamente maggiore è deceduto per fame, malattie, mancanza d’acqua potabile e d’ogni tipo d’assistenza medica e sociale.
La violazione dei Diritti Umani
Le Nazioni Unite hanno denunciato la grave situazione nella quale versa il Congo. Da tempo si registrano gravi atti di violenza, saccheggi, stupri, omicidi e violazioni dei diritti umani da parte dei soldati a danno dei civili. “I casi di violenza contro le donne sono aumentati dallo scoppio dell’ultimo conflitto. Alcune donne sono morte mentre cercavano di proteggere i propri figli, aggredite dai “ribelli” che li rapiscono per rinfoltire le proprie truppe”, ha dichiarato Alpha Sankoh, Direttore di ActionAid in Congo, sembra dunque che gli stupri e le aggressioni siano ormai all’ordine del giorno.
Diversi rapporti hanno rivelato la portata di continui abusi sessuali e psicologici subiti da donne e bambini nel conflitto, questi ultimi sono sottoposti a grandi atrocità. I bambini soldato che provano a fuggire vengono uccisi o torturati, in alcuni casi alla presenza di altri bambini, per dissuadere questi ultimi dal fare lo stesso tentativo. Ulteriore sconcerto deriva dall’uso dei bambini come prigionieri di guerra, e quindi merce di scambio tra i gruppi armati, un fenomeno nuovo nella regione, date anche le condizioni indicibili della loro detenzione.
Dal 1994 è iniziata la violenza nella regione dei grandi laghi, dove si incontrano i confini di Congo, Uganda, Tanzania Rwanda, Burundi, con il genocidio Rwandese, la prima e la seconda guerra del Congo, e la successiva instabilità definibile come la terza guerra africana legata ad una logica coloniale di conquista dei territori. In questo clima aumentano di giorno in giorno gli orfani.
Alcuni orfani sono costretti a badare a se stessi e ai loro fratelli. Altri sono figli di uno stupro, una costante in Congo, dove è diventato un’arma di guerra. Altri hanno alle spalle un passato di bambini soldato.
In Congo come in Iraq, in Siria, in Yemen, in Palestina sono i bambini le prime vittime innocenti di guerre sporche: a loro viene rubata l’infanzia e cancellata la storia, straziato il corpo o fatta a pezzi la vita. Chi potrà mai ricompensarli?
di Cristina Amoroso