di RedazioneI velivoli senza pilota possono assistere la missione di stabilizzazione delle Nazioni Unite nella Repubblica democratica del Congo, dove i guerriglieri del movimento ribelle “M23” hanno preso il sopravvento nella parte orientale del paese.
“Le Nazioni Unite stanno prendendo in considerazione diverse soluzioni per proteggere i civili dalla minaccia dei gruppi armati, nella vasta area della Repubblica Democratica del Congo”, ha dichiarato il portavoce dell’Onu Kieran Dwyer.
Dwyer ha osservato, che tutte le operazioni saranno svolte in piena collaborazione con il governo della Repubblica Democratica del Congo. La missione delle Nazioni Unite in Congo può contare attualmente su 17.500 soldati, ma il numero potrebbe salire a circa 19.500.
I ribelli del “M23” hanno disertato l’esercito congolese nel mese di aprile, per protestare contro presunti maltrattamenti in campo militare. Erano già stati integrati nell’esercito congolese sotto un accordo di pace firmato nel 2009. L’ammutinamento è stato guidato dal generale Bosco Ntaganda, ricercato dalla Corte penale internazionale con l’accusa di reclutare bambini soldato. Dall’inizio di maggio, più di 750.000 persone hanno abbandonato le loro case nella parte orientale del Congo. La maggior parte di loro si sono reinsediati nella parte interna del Congo, ma decine di migliaia di persone hanno attraversato il confine con il Ruanda e l’Uganda. Il Congo ha dovuto affrontare numerosi problemi nel corso degli ultimi decenni, come la povertà opprimente, le infrastrutture fatiscenti e una devastante guerra che ha colpito la parte orientale del paese per oltre un decennio, provocando la morte di cinque milioni di persone.
