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Con l’Usa Freedom Act lo Zio Sam continuerà a controllare il mondo

di Salvo Ardizzone

Alcuni giorni fa il Senato americano ha approvato l’Usa Freedom Act, la legge che sostituisce la Sezione 215 del Patriot Act decaduto il 1° giugno, che autorizzava l’Nsa a raccogliere masse immense di dati tramite l’Fbi e di analizzarli.

I media europei sono usciti con titoli che osannavano la riduzione delle attività spionistiche Usa a seguito dello scandalo esploso dopo le rivelazioni di Edward Snowden, peccato che l’Usa Freedom Act, come dice lo stesso nome, tuteli solo i cittadini americani (e fino a un certo punto) ma per il resto del mondo tutto rimanga come prima. In ogni caso, il sistema fin’ora in vigore verrà interrotto fra sei mesi e nel frattempo il Congresso potrebbe resuscitarlo sotto altre forme.

Il provvedimento, d’altronde, si limita a porre fine alla raccolta indiscriminata ed automatica di dati telefonici interni agli Stati Uniti, ma impone agli operatori del settore di conservarli; l’Nsa o altre autorità federali potranno comunque avervi accesso in caso d’urgenza o motivandolo.

La nuova legge non blocca tuttavia gli altri (e più pervasivi) programmi di spionaggio estero come il Prism, che raccoglie i dati dei clienti dei colossi Usa fornitori di servizi internet come Google o Facebook, o gli altri che intercettano le comunicazioni dei soggetti stranieri che passano da infrastrutture americane.

Base legale di questa massa di attività è la Sezione 702 del Fisa (Foreign Intelligence Surveillance Act), che regola le intercettazioni finalizzate allo spionaggio negli Stati Uniti, destinato a durare fino al 2017. La battaglia che alcuni parlamentari Usa stanno conducendo contro questi programmi, come il senatore democratico Ron Wyden, non mira a tutelare interessi e privacy di Stati e cittadini stranieri (di cui nell’establishment americano a nessuno importa), quanto l’eventualità che possano essere intercettati, sia pur incidentalmente, mail o telefonate fra statunitensi e soggetti esteri.

È sempre questa la motivazione che vede alcuni esponenti politici opporsi alle manovre dell’Nsa, tutt’ora pienamente in atto, per costringere i fornitori di servizi internet a indebolire i sistemi criptografici commerciali. In questo modo, transazioni economiche, informazioni sanitarie, fiscali e personali vengono poste a comoda disposizione non solo dell’Nsa, ma anche di qualunque criminale informatico.

In parole povere, malgrado la campagna mediatica orchestrata per porre rimedio al disastro dell’affare Snowden, lo Zio Sam continuerà ad essere il Grande Fratello che raccoglie indisturbato informazioni sui cittadini di tutto il mondo, come sempre indifferente ai danni che può arrecare e ai crimini che può compiere per farlo.

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