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Con Chavez, in Venezuela, continua il sogno di un mondo migliore

di Fabrizio Di Ernesto 

Con il 54,42% dei voti Hugo Frias Chavez ha nettamente battuto il rivale Henrique Capriles ottenendo così il quarto mandato consecutivo alla guida del suo Paese, il Venezuela.

Al termine di una campagna elettorale condotta senza esclusione di colpi con minacce di guerra civile agitate da ambo le parti, con gli Usa che le hanno provate tutte per tirare la volata al fido Capriles, alla fine la riconoscenza del popolo venezuelano verso l’uomo che gli sta garantendo un presente ed un futuro migliori ha deciso la contesa.

L’ideologo del socialismo del XXI secolo ha ovviamente festeggiato la sua vittoria affacciandosi dal balcone di Palazzo Miraflores, la residenza presidenziale, parlando di “giorno memorabile” e ringraziando il suo popolo.

Per Chavez, da 14 anni al potere, si aprono quindi le porte per altri sei anni con il bastone del comando tra le mani, senza dimenticare che il sogno dichiarato del novello Bolivar è arrivare al 2030 al potere per poter festeggiare degnamente il bicentenario della morte del suo grande ispiratore, “El Libertador” appunto.

Per il Venezuela e Chavez iniziano ora nuove sfide. Gli Usa continueranno ad ostacolare le missioni bolivariane che tanto hanno contribuito a migliorare la vita dei venezuelani e continueranno ad aizzare l’opinione pubblica contro un politico che ha come grande colpa quella di aver anteposto i desideri e i bisogni del proprio popolo a quelli delle grandi multinazionali e che per portare avanti le proprie politiche si allea con altri politici amati e votati dal popolo come l’iraniano Ahmadinejad, altro nemico dell’occidente filo statunitense.

Per carità non è che in Venezuela sia tutto positivo, nonostante Cavez infatti la delinquenza è a livelli da record e l’inflazione galoppa, ma sfidiamo chiunque ad andare a Caracas e chiedere al popolo venezuelano se stava meglio quando c’erano le democrazie filo atlantiche o ora che c’è la “dittatura” chavista.

Siamo certi, aiutati in questo anche dall’esito del voto, che i venezuelani preferiscono la situazione attuale a quella in cui le grandi multinazionali del petrolio derubavano il Paese.

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