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Colombia. Brutale repressione dello sciopero nazionale. Santos militarizza Bogotà

di Cristina Amoroso

Le forze armate colombiane hanno brutalmente aggredito i manifestanti dello Sciopero Nazionale Popolare e Contadino “Paro Agrario”, provocando cinque morti e, secondo quanto riferito, centinaia di feriti. Il presidente colombiano Juan Manuel Santos, liquidando gli scioperanti come vandali, ha ordinato la militarizzazione della capitale, Bogotá, e di altri luoghi in tutto il paese promettendo di schierare 50.000 soldati.

Santos ha accusato il movimento popolare per la pace, Marcha Patriòtica, di fomentare la violenza e ha affermato: “Sappiamo che Marcha Patriòtica non cerca altro che una situazione senza via d’uscita per imporre i propri obiettivi. Gli interessi dei contadini non contano nulla per loro, né gli accordi regionali; la sola cosa che conta è il loro programma politico”.

Quello che Santos sembra non capire è che Marcha Patriòtica è in larga misura costituita da gruppi contadini, compreso il maggiore sindacato colombiano dei contadini, il FENSUAGRO. Il fatto che i leader di Marcha Patriòtica siano stati scelti per rappresentare gli scioperanti e la vasta partecipazione allo sciopero rivelano la falsità della dichiarazione di Santos.

Lo sciopero nazionale è stato indetto in seguito ad attacchi contro manifestanti pacifici nella regione di Catatumbo, che hanno innescato un movimento nazionale. Le rivendicazioni includono la partecipazione popolare al processo di pace, la fine degli Accordi di Libero Scambio (FTA) che minacciano i mezzi di sostentamento delle famiglie contadine e dei lavoratori e il mantenimento delle promesse governative, non adempiute, di sviluppo di infrastrutture e di Zone di Riserva Contadina nelle aree rurali.

A partire dal pomeriggio del 29 agosto 2013, violente repressioni dei manifestanti sono state attuate dall’ESMAD, la polizia colombiana antisommossa, a Bogotá. Testimoni hanno riferito che l’ESMAD ha attaccato i dimostranti con mattoni e gas lacrimogeni. Telesur riferisce 89 feriti in città e in un articolo più recente dell’ecuadoriano El Comercio il numero è salito a 200. Eventi simili si sono svolti in città e distretti di tutta la Colombia, tra cui Tolima, Meta, Guaviare, Antioquia e altrove. Radio Caracol cita cinque persone uccise, tra cui due a Bogotá, una a Soacha (un sobborgo di Bogotá), una a Coyaima, Tolima, e una a Rionegro, Antioquia. FENSUAGRO riferisce di due contadini uccisi e quattro feriti a Tolima.

Questi attacchi sono i più recenti di una serie di interventi duri messi in atto dallo Stato contro le crescenti proteste in tutta la nazione. I contadini chiedono che il governo onori gli accordi di protezione delle loro fattorie creando Zone di Riserva Contadina e costruendo infrastrutture di base per le aree rurali, come buone scuole, strade per portare i raccolti al mercato, sostegno per la sostituzione delle colture, per abbandonare la coltivazione della coca, e strutture sanitarie di base.

Gli Stati Uniti stanno proseguendo politiche che incoraggiano la violenza statale e le violazioni dei diritti umani, sindacali e civili fondamentali, avendo speso più di otto miliardi di dollari per il Plan Colombia, il piano bellico patrocinato dagli USA. L’Accordo di Libero Scambio USA-Colombia e l’attivo sostegno all’integrazione della Colombia nella NATO dimostrano che la Casa Bianca è meno interessata alla pace che a ricompensare i trasferimenti e la brutalità, quando ciò fa progredire gli interessi delle sue imprese. Incarcerando contadini, lavoratori e attivisti della giustizia e della pace il governo colombiano sta sistematicamente eliminando quelli che intralciano l’ulteriore acquisizione di risorse e profitti da parte dei grandi latifondisti e delle grandi imprese transnazionali.

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