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Cisgiordania: timori israeliani per escalation

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha chiesto durante la riunione del gabinetto che l’esercito sia più offensivo in Cisgiordania. In risposta, il comandante del Comando centrale dell’esercito ha confermato le sue difficoltà, dichiarando che “il numero dei soldati è limitato e ce n’è bisogno di di più”. Con il coinvolgimento dell’entità occupante nella Striscia di Gaza per il secondo anno, aumenta la preoccupazione per un’eventuale escalation in Cisgiordania, alla luce del suo continuo armamento e del fallimento di varie politiche per fermarlo.

L’establishment della sicurezza israeliano si rende conto anche a livello politico, che l’escalation in Cisgiordania è estremamente pericolosa e più complicata alla luce delle circostanze che Israele sta attraversando, poiché non ci sono soldati, nessun via libera e nessuna capacità economica sufficiente per finire coinvolti in un altro pantano.

Il Comando Centrale fornisce statistiche secondo cui durante l’ultimo anno sono stati sequestrati più di 1.100 fucili diversi in tutte le località della Cisgiordania.

Secondo una valutazione dell’intelligence condotta due anni fa dal Comando Centrale, che potrebbe non essere migliorata da allora, un sesto delle case palestinesi in Cisgiordania possiede qualche tipo di arma letale, che va da una pistola a un fucile improvvisato a un Kalashnikov o un M-16 Regular. Una fonte militare di alto livello ha dichiarato questa settimana: “I prezzi di queste armi, sono balzati l’anno scorso da 30mila shekel per un fucile a 60mila-70mila shekel”.

Cisgiordania territorio secondario

L’obiettivo dell’esercito israeliano è mantenere la Cisgiordania come territorio secondario. L’attività dell’esercito israeliano non si ferma un solo istante nel cuore dei territori palestinesi, con omicidi in pieno giorno a Tulkarem e Jenin, nella Valle del Giordano e a Nablus, con cadenza quasi settimanale. Oggi, l’Idf mantiene circa 20 battaglioni in Giudea e Samaria, un numero inferiore rispetto al picco dei periodi di terrore negli anni precedenti la guerra del 7 ottobre, ma comunque 7-8 battaglioni in più rispetto al picco minimo della fine dell’ultimo decennio.

Solo il mese prossimo, con un mese di ritardo, si prevede che le brigate regolari di fanteria arriveranno in Cisgiordania, per la prima volta dallo scoppio della guerra. Questa è la Brigata Nahal, le cui brigate saranno schierate in luoghi come Hebron e Nablus. Anche i combattenti regolari dei battaglioni di artiglieria stanno gradualmente tornando alle missioni di combattimento in Cisgiordania, dopo che le loro batterie da altri teatri sono state gradualmente ritirate.

di Redazione

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