Cronaca

Usa, una discriminazione lunga 400 anni

La discriminazione razziale contro le persone di colore, recentemente aggravata dal brutale omicidio dell’afroamericano George Floyd, ha una storia di quasi 400 anni negli Usa. Ad affermarlo è Jennifer Cobbina della Michigan State University. La morte di Floyd ha riacceso l’indignazione profondamente radicata verso la brutalità della polizia americana nei confronti dei neri americani.

Gli americani di colore negli Stati Uniti hanno sempre vissuto nella paura dei funzionari delle forze dell’ordine che monitorano ogni loro comportamento, li attaccano per strada e li uccidono per la minima presunta provocazione.

Jennifer Cobbina, professore di giustizia penale alla Michigan State University, ha dichiarato che i funzionari delle forze dell’ordine in America hanno una storia molto più lunga di uccisioni di neri. “Troppo spesso le persone guardano al problema contemporaneo, il problema che sta accadendo in questo momento, non capendo che tutto ciò che sta succedendo adesso è filtrato da 400 anni di ingiustizia”, ​​ha dichiarato Cobbina.

Sally Hadden, professore di storia alla Western Michigan University, ha affermato che gli Stati Uniti erano una colonia britannica nel 1600 e usarono un sistema di guardiani, in cui i cittadini pattugliavano le loro comunità per mantenere l’ordine e prevenire furti e incendi. Con l’abolizione della schiavitù nel 1865, vennero eliminate le pattuglie.

Usa e razzismo

La National Association for the Advancement of Colored People, un’organizzazione per i diritti civili negli Stati Uniti, ha riferito che dal 1980 al 2015, la popolazione carceraria della nazione è salita da circa 500mila a oltre 2,2 milioni, con i neri americani che hanno raggiunto il 34% di tutti i detenuti. Dopo l’elezione del presidente Donald Trump nel 2016, il Dipartimento di Giustizia ha ridotto i programmi per indagare i dipartimenti di polizia locali per il razzismo e la forza eccessiva.

La morte di Floyd ha scatenato un’ondata di disordini civili a livello nazionale diversa da qualsiasi altra vista negli Stati Uniti dall’assassinio di Martin Luther King Jr del 1968.

Ciò che sta diventando molto evidente è che i neri non sono l’unico gruppo etnico che è preoccupato per i livelli di brutalità della polizia negli Stati Uniti. Il vento delle proteste si ingrossa e non si ferma perché come cantava Bob Dylan in Subterrenean Homesick Blues, “Non hai bisogno di un meteorologo per capire dove soffia il vento”.

di Sebastiano Lo Monaco

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