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Golan, Israele terrorizzato dall’imminente liberazione

Golan – Il governo siriano continua a liberare le aree ancora occupate da una varietà di terroristi, da Idlib nel nord del Paese alla regione ricca di petrolio di Deir Ezzor a est. Mentre il processo di liberazione continua, lentamente ma inesorabilmente, il presidente Bashar al-Assad non ha perso di vista il triangolo strategico di at-Tanf occupato dagli americani, dove si incontrano i confini di tre Paesi – Siria, Giordania e Iraq – e attraversato dalla cruciale autostrada M2 Damasco-Baghdad.

Allo stesso tempo, la Siria è determinata a riprendere il controllo della parte meridionale delle alture del Golan dall’entità sionista, che l’ha occupata nel 1967 e successivamente, in violazione della Carta delle Nazioni Unite, l’ha annessa illegalmente.

Ciò ha innervosito Israele, come è evidente dalle recenti dichiarazioni del nuovo primo ministro di Tel Aviv, Naftali Bennet, che sta cercando di raddoppiare la piccola popolazione ebraica del Golan stanziata illegalmente, la cui maggioranza è ancora costituita da gli arabi drusi – tutti ancora in possesso della cittadinanza siriana. Bennet ha minacciato di “cambiare il volto delle alture del Golan”, aggiungendo che quadruplicherà la popolazione ebraica insediandovi sionisti che arrivano da altre parti del mondo.

Bennet, come al solito, ha accusato la Repubblica Islamica dell’Iran di aver aiutato il governo siriano a spazzare via i terroristi takfiri e a liberare oltre il 70 per cento delle parti occupate della Siria.

Teme che non sia lontano il giorno in cui l’Iran, in quanto cuore pulsante dell’Asse di Resistenza, fornirà l’assistenza necessaria alla Siria per liberare le alture del Golan, la cui annessione nessun Paese del mondo, ad eccezione del regime criminale Usa, ha mai riconosciuto.

Golan, destino di Israele è segnato

Israele sta vivendo il tempo preso in prestito. Verrà davvero il giorno in cui non solo le alture del Golan, ma tutti i Territori occupati saranno liberati dai figli della Resistenza, indipendentemente dai crimini che i sionisti continuano a commettere.

Naturalmente, indipendentemente dal fatto che gli israeliani raddoppino o quadruplichino il numero degli ebrei insediati illegalmente nel Golan, o aumentino le loro forze di occupazione, non saranno in grado di cambiare l’identità e il destino di queste strategiche alture siriane.

È solo questione di tempo, e il giorno in cui il governo, l’esercito e il popolo siriano decideranno di spingersi nelle parti meridionali del Golan, nessun esercito sionista o forze mercenarie degli Stati Uniti e dell’Europa, sarà in grado di fermarli.

Si spera che prima che sia troppo tardi, le Nazioni Unite persuadano Israele a restituire le parti occupate del Golan alla Siria, altrimenti non ci sarà altra opzione per liberarlo, se non attraverso uno scontro armato che non si fermerà ai piedi delle colline ma si estenderà fino a Tel Aviv, Haifa e Gerusalemme.

di Yahya Sorbello

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