Chiusura Al-Aqsa è dichiarazione di guerra all’Islam
“La chiusura della moschea di Al-Aqsa da parte del regime sionista è una chiara dichiarazione di guerra contro tutti gli Stati musulmani e la Umma (Comunità) islamica”, è quanto ha dichiarato il portavoce del Prc (Comitati Popolare della Resistenza) della Palestina Abu Mujahid.
In una intervista rilasciata all’agenzia Tasnim, il funzionario palestinese ha affermato che ogni singolo membro della Umma ha il dovere di reagire a quanto sta accadendo ad Al-Aqsa altrimenti, un giorno, i musulmani perderanno definitivamente la moschea.
La dignità e l’onore della Comunità islamica sono legate alla dignità e all’orgoglio di Al-Aqsa, ha detto Abu Mujahid.
L’uomo ha, inoltre, condannato i continui crimini di Israele contro i palestinesi, aggiungendo che i gruppi della Resistenza non resteranno immobili di fronte i soprusi sionisti.
Mujahid ha, poi, rimarcato il proseguimento dell’Intifada di Al-Quds aggiungendo che il giro di vite israeliano nei confronti dei giovani palestinesi è destinato al fallimento.
Le dichiarazioni arrivano in seguito alla morte di tre giovani palestinesi avvenuta nei violenti scontri di venerdì scorso a Gerusalemme Est dove, in migliaia, hanno protestato contro le nuove restrizioni agli accessi imposti da Israele alla Spianata delle moschee.
Le forze di polizia israeliane (dispiegate in oltre tremila unità) hanno lanciato proiettili di gomma e lacrimogeni per disperdere i manifestanti.
I leader musulmani ritengono che i metal detector facciano parte di un chiaro tentativo israeliano di espandere il controllo sul sito.
Appello dell’Onu per porre fine agli scontri e per il ritorno alla calma a Gerusalemme. Farhan Haq, portavoce dell’Onu, ha affermato che “in definitiva, ciò che conta è che tutti i fedeli nei luoghi sacri, sentano sempre rispettate le loro libertà di culto”.
di Redazione