Cronaca

Catania, attacco Asp e Nas a professionisti dell’osteopatia

Dal 17 settembre 2020 sono partiti dei controlli serrati, da parte dell’Asp e dei Nas di Catania, per 12 osteopati sul territorio catanese, con l’accusa di abuso di professione medica in quanto sprovvisti di abilitazione alla professione di osteopata.

Tutto è partito da una denuncia del Rir (Registro Nazionale delle Professioni Sanitarie della Riabilitazione) partita nel maggio scorso, nella persona del Dott. Giovanni Cavinato “Presidente” di tale associazione che ha sede a Saluzzo nel cuneese, il quale avvisava le autorità competenti – Regione Sicilia, Assessorato alla Salute siciliana, Comune di Catania, Asp di Catania e Nas di Catania – che sul territorio catanese vi erano 12 osteopati sprovvisti di titoli sanitari o equipollenti e per tanto invitava gli organi competenti a prendere seri provvedimenti sulla questione.

Con immediata tempestività è intervenuto il Roi (Registro degli Osteopati Italiani) con l’invio di una lettera al Rir e una al Ministero della Salute in cui si evidenziava che ad oggi NON è richiesta dalle normative vigenti alcuna speciale abilitazione per esercitare la professione di osteopata.

Seppur individuata ai termini della Legge 3 del 2018, la professione sanitaria dell’osteopata non è ancora stata istituita. Pertanto, di fatto, la professione sanitaria dell’osteopata non è ancora esistente. Nel disinteresse del legislatore, non si possono arbitrariamente stabilire “speciali abilitazioni” in base a comunicazioni, comunicati, circolari o altro, quale che ne sia la provenienza. La “speciale abilitazione” può essere determinata solo ed esclusivamente attraverso LEGGI SPECIFICHE DELLA REPUBBLICA ITALIANA, in mancanza delle quali non è configurabile l’esercizio abusivo della professione osteopatica.

Asp Catania chiede consiglio al Direttore Generale delle Professioni Sanitarie

Successivamente, l’Asp di Catania ha chiesto consiglio su come agire al Direttore Generale delle Professioni Sanitarie, la Dott.ssa Rossana Urgenti, che, per tutta risposta, ha dichiarato con un comunicato scritto di non avere ancora un accordo tra Stato e Regioni e che quindi l’articolo 7 della Legge n.3 del 2018 determina che solo i medici e i fisioterapisti possiedono il pieno diritto di praticare l’osteopatia. Pertanto, gli osteopati in possesso di titoli di laurea in scienze motorie, scienze e tecnologie farmaceutiche, scienze infermieristiche, ecc. non possono esercitare più la professione di osteopata.

La Dott.ssa Ugenti ha totalmente sorvolato sull’art.348 del codice penale secondo cui non commette assolutamente reato l’osteopata nell’esercizio della sua professione, in quanto non essendo richiesta nessuna speciale abilitazione, può liberamente esercitare la sua attività professionale.

Ad oggi a Catania sono stati sanzionati quattro studi osteopatici dai Nas, infliggendo ai professionisti importanti ammende. Il numero degli studi osteopatici chiusi è destinato a salire, dato che nella denuncia fatta dal Rir, erano indicati 12 professionisti osteopati alcuni dei quali fisioterapisti (quindi in possesso di titolo sanitario), ma comunque sanzionati.

Tutto questo accanimento nei confronti dell’osteopatia catanese, ed in particolare verso questi 12 professionisti, non va solo a discapito dei medesimi, ma soprattutto ricade sui loro pazienti che giorno dopo giorno si trovano costretti a rinunciare alle manipolazioni muscolo-scheletriche, viscerali e craniali, che solo un osteopata competente può e sa effettuare su di loro.

Dr. Francesco Mangrella Osteopata (D.O.)

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