Caso Snowden: L’Europa ancora una volta umiliata
Povera Europa, verrebbe subito da dire; la figuraccia internazionale sul caso Snowden, l’ex agente Cia che ha rivelato lo spionaggio Usa su mezzo pianeta, è un mix tragicomico, in cui si sfiora il ridicolo e che soprattutto è un pugno in faccia alla storia plurisecolare del vecchio continente.
Partiamo da ciò che è avvenuto la settimana scorsa: tra le carte sparse da Snowden, si scopre e si rende pubblica la parte nel quale vi è la dimostrazione di quello che in realtà si è sempre saputo, ossia che il governo Usa spiava e spia le maggiori diplomazie “alleate” europee.
L’atteggiamento dell’Europa, o meglio dei governi europei, a questa notizia è come quella di una donna che, dopo anni di matrimonio forzato nel quale conosce molto bene i “vizietti” del marito, quando il tradimento viene a galla per salvare un minimo di reputazione improvvisa una poco credibile arrabbiatura.
Tutte le cancellerie europee, impegnate nel frattempo a non interrompere le trattative per la creazione dell’area di libero scambio con gli Usa, si sono dette “stizzite” ed amareggiate per quanto compiuto dall’amico a stelle e strisce; una farsa, una messa in scena grottesca, che di certo non ha avuto la minima credibilità nella popolazione europea ed a cui lo stesso governo americano, ha replicato, senza troppo clamore, affermando come “lo spionaggio serve per la sicurezza nazionale ed internazionale”.
Dal teatrino del falso ed ipocrita sbigottimento europeo, saranno passate circa 48 ore ed ecco che la figuraccia europea agli occhi di un mondo sempre più lontano dal nostro continente, è servita in un piatto d’argento: il presidente boliviano Evo Morales, da poco decollato da Mosca dopo un viaggio istituzionale al Cremlino, viene fatto atterrare improvvisamente a Vienna e viene trattenuto nella capitale austriaca per diverse ore.
Il motivo è tanto semplice quanto incredibile: le autorità francesi e portoghesi (ma anche quelle italiane, nel caso in cui il volo di stato boliviano avesse cambiato rotta), negano il sorvolo del proprio spazio aereo a Morales, in quanto vi è il sospetto che a bordo ci fosse proprio Snowden.
Il governo di Parigi, è quello che a livello etico esce maggiormente con le ossa rotte da questa storia: poco prima infatti, era l’esecutivo europeo che si dichiarava maggiormente stizzito dallo spionaggio Usa, poco dopo nega il legittimo sorvolo del proprio spazio aereo ad un capo di stato che si stava spostando per motivi istituzionali, violando palesemente il diritto internazionale ed in special modo la convenzione di Vienna sull’immunità diplomatica, ma soprattutto obbedendo agli ordini provenienti oltreoceano, ponendo quindi in essere una palese contraddizione con l’animo stizzito di qualche giorno prima.
Ovviamente, in quell’aereo Snowden non c’era e l’ordine dato alle cancellerie europee, da parte degli Usa verosimilmente, di bloccare Morales senza che ci fosse un fondato sospetto, è il segno di un certo nervosismo delle autorità di Washington. Autorità che non riescono a mettere un serio freno sulla questione: non sono bastate le minacce, né gli appelli, né intimidazioni (categoria a cui si può catalogare l’episodio riguardante suo malgrado Evo Morales), Snowden resta nelle mani russe, dopo esser passate da quelle di Pechino e probabilmente non metterà mai più piede sul suolo Usa.
Uno smacco, quello che si profila per la diplomazia americana, che certamente impone delle considerazioni molto importanti: in primis, l’esistenza a livello mondiale di un blocco anti Usa molto collaudato; finiti infatti i semplici proclami politici, spesso scollegati tra di essi, degli anni 2000, adesso invece tra il Brics e tra il ruolo di un Sudamerica unito e di una Russia sempre più dinamica, oggi Washington deve fare i conti con una resistenza in campo internazionale che ai tempi delle guerre preventive di Bush junior (appena 10 anni fa) né esisteva, né era ipotizzabile.
In secondo luogo, da sottolineare anche come l’atteggiamento imperialista Usa inizia a dare segni di cedimento interni; di fatto, Snowden potrebbe essere solo il primo di una lunga serie di “pentiti” del sistema e ciò che allerta maggiormente il governo a stelle e strisce, è il precedente storico che si potrebbe creare se l’ex agente Cia troverebbe asilo politico. Vorrebbe dire infatti, che chiunque voglia mettere la propria coscienza davanti alla retorica vetusta ed anacronistica dello “zio Sam”, troverebbe appoggio a livello internazionale.
Tornando al nostro continente, si è esordito nell’articolo affermando “povera Europa”; in realtà però, ci sono molti motivi per i quali essere ottimisti. Purtroppo o per fortuna, le cancellerie europee non rappresentano il reale pensiero della popolazione, così come il comportamento tenuto dai governi europei, non rispecchiano le volontà dei popoli del vecchio continente.
Esiste, per fortuna, una vasto movimento di pensiero che vuole opporsi ai tentativi di colonizzazione dell’Europa in atto da circa 70 anni; il tentativo di ridurre il nostro continente in una costola mal funzionante dell’impero a stelle e strisce, viene adesso recepito da strati più ampi di popolazione, che guarda con vivo interesse e con profonda curiosità alla Russia di Vladimir Putin.