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Carceri: reati in diminuzione ma detenuti in aumento

Secondo un rapporto dell’associazione Antigone il fenomeno delle carceri sovraffollate in Italia è in costante aumento, nonostante si registri una diminuzione dei reati. Il sovraffollamento infatti si aggirerebbe intorno al 115 %. Mentre i reati sono in diminuzione, i detenuti sono in aumento a causa di una recidiva che si aggira intorno al 40%. Ciò significa che coloro che sono usciti dieci anni fa dal carcere vi sono rientrati, segnale della scarsa utilità educativa di questo tipo di detenzione.

I numeri del sovraffollamento penitenziario, al contrario di ciò che certo populismo vuol far credere, non riguardano l’aumento dei flussi migratori nel nostro Paese, in quanto nell’ultimo decennio si sono registrati duemila detenuti stranieri in meno. Non esiste dunque un allarme stranieri, mentre esiste sicuramente un allarme suicidi: 11 nei primi tre mesi del 2018, 52 nel 2017 a fronte dei 45 del 2016.

L’indagine svolta riguarda 86 istituti di tutta la Penisola e lo scenario che emerge è desolante. I detenuti sono costretti a scontare la loro pena o attendere una sentenza, in condizioni al limite dell’umano: celle di tre metri quadri, senza doccia o con i servizi igienici accanto ai letti.

Non sembra esservi spazio per l’educazione o la formazione professionale nel sistema detentivo italiano. Solo un detenuto su cinque segue lezioni scolastiche, mentre in quasi la metà degli istituti mancano dei corsi di formazione o non vi è addirittura spazio fisico da dedicare alle lavorazioni.

Il sovraffollamento pare essere più una conseguenza diretta dei farraginosi meccanismi della giustizia italiana, infatti oltre il 33% dei detenuti è in attesa di una sentenza definitiva, su una media europea che non supera il 22%. Si preferisce tenere in carcere chi è innocente fino a prova contraria e c’è chi, come Edmondo Cirielli (Fdi), propone di combattere il fenomeno semplicemente costruendo più istituti. Tutti dentro dunque, in nome dell’irrinunciabile dogma della sicurezza del cittadino, laddove si è ampiamente dimostrato il fallimento del sistema penitenziario italiano sul fronte proprio della sicurezza pubblica.

L’istituto più affollato è risultato quello di Larino in Molise che con il suo 202,8 per cento ha superato quelli di Como (200%) e Brescia-Canton Mombello (192%).

La condanna della Corte europea per i diritti dell’uomo

Sul tema è intervenuto il Presidente della Camera Roberto Fico, che su segnalazione del Garante dei diritti dei detenuti, ha chiesto ai gruppi parlamentari di riportare in Commissione speciale della Camera il provvedimento di riforma del sistema penitenziario, inizialmente escluso dai lavori.

Una riforma a questo punto improrogabile, atteso che l’Italia è stata in precedenza condannata e sanzionata dalla Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo, proprio per le condizioni inumane e degradanti riservate ai detenuti delle sue carceri.

di Massimo Caruso

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