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Camerun, tra assalti di Boko Haram, legge antiterrorismo e aumento del debito

di Cristina Amoroso

Non è la prima volta che la Repubblica del Camerun subisce attacchi dal gruppo terroristico di Boko Haram, che negli ultimi mesi ha lanciato una serie di attacchi nella regione del nord-ovest del Paese, confinante con il nord-est della Nigeria, in gran parte controllato dai miliziani.
Dopo l’attacco del 17 dicembre alla città di Amchidé, al confine con la Nigeria, in cui l’esercito camerunese ha ucciso 116 miliziani di Boko, il 13 gennaio il gruppo terroristico nigeriano ha assaltato una base militare nella zona di Kolofata, nel nord-ovest del Camerun. “Dopo gli scontri, il bilancio negativo è dalla parte degli aggressori: 143 terroristi morti e un importante arsenale sequestrato”, ha detto il portavoce del governo camerunese. “È stata la peggiore perdita subita dal gruppo criminale Boko Haram da quando hanno deciso di rivolgere i loro attacchi barbari contro il nostro territorio”, ha aggiunto il portavoce.

E come in ogni Stato che si rispetti anche in Camerun scatta la “legge anti-terrorismo”, approvata ai primi di dicembre del 2014 da parte del Parlamento, che stabilisce la pena di morte, provocando una forte opposizione di avversari e movimenti sociali locali. Gli oppositori della legge in particolare denunciano l’articolo 2, che stabilisce meritevole della pena di morte chiunque “commette qualsiasi atto o minaccia in grado di provocare la morte, mettendo in pericolo l’integrità fisica, causare lesioni personali o danni materiali, danni alle risorse naturali, al patrimonio ambientale o culturale”. Il Codice penale del Camerun già prevede la pena capitale per i colpevoli di morti e omicidi, il testo della legge ora aggiunge le persone che minacciano soltanto… Si tratta di una misura dei poteri che il governo si è preso per rafforzare brutalmente repressione e criminalizzare la protesta sociale.
Così, mercoledì, 10 Dicembre 2014, le associazioni dei cittadini e dei movimenti sociali hanno dimostrato nella capitale,Yaounde, per invitare il presidente Biya a non promulgare questa legge che “criminalizza incontri e manifestazioni pubbliche”, consapevoli che si può essere considerati terroristi se, ad esempio, durante una manifestazione pubblica organizzata per chiedere il miglioramento del codice elettorale, per denunciare la negligenza dei governanti, per rivendicare la rivalutazione dei salari o l’armonizzazione dell’età di pensionamento a 60 anni per tutti, l’azione dei manifestanti può rientrare nella definizione di “qualsiasi atto che possa causare la morte, o pericolo per l’integrità fisica, o danni alle risorse ambientali e naturali…”.

E’ chiaro che il potere vuole evitare eventuali disturbi prima delle elezioni presidenziali del 2018. Il presidente Paul Biya ha 81 anni, dal 1982 detiene il potere, mantenendo il mistero sulle sue intenzioni, ma è chiaro che ha tentato di prolungare la sua regola più di una volta. Chiaramente questa legge appare come una risposta alle rivolte popolari che hanno portato a cali di regimi in vari paesi africani e in particolare in Burkina Faso nel mese di novembre 2014. La legge mira a terrorizzare i movimenti sociali e dei giovani per impedire loro di uscire in massa per la strade, anche se il dispositivo legale che reprime la protesta sociale era molto duro anche prima dell’entrata in vigore della presente legge. Il potere usato e abusato. Per esempio la detenzione provvisoria dura per 15 giorni rinnovabili.

I camerunesi sanno bene che, oltre alle attività organizzate dal partito al potere e dai suoi satelliti, ogni altra manifestazione con tracce di protesta si scontra sempre con abuso dei poteri e che incontri e manifestazioni sono sempre suscettibili di turbare l’ordine pubblico. E’ già successo varie volte, anche il 10 dicembre 2014, quando alla vigilia un ordine dell’amministrazione ha costretto la manifestazione contro la legge anti-terrorismo a svolgersi da un’altra parte della città con l’obiettivo di scoraggiare i potenziali dimostranti e rigorosamente limitare la possibilità di esprimere le proprie opinioni in modo organizzato in piazza.
Così è successo l’11 dicembre, quando per la terza volta è stata negata l’autorizzazione al “Gran dibattito sul debito” che aveva per tema “Il Camerun e l’Africa afflitta dal debito odioso” come riferisce Éric Toussaint, politologo e storico belga. Egli è un sostenitore della annulation del debito del Terzo Mondo, e un critico della Banca Mondiale ed era presente a Yaounde per parlare al Convegno-manifestazione. Questo dà un’idea dei problemi e degli ostacoli che mette in atto il potere contro l’azione di tutte le associazioni indipendenti e critiche.

Finora, il governo del Camerun – riferisce Éric Toussaint – era riuscito a convincere la popolazione che il debito non è stato un problema per il Paese. Il debito pubblico interno ed esterno rappresenta meno del 20% del Pil nel 2014, mentre in Francia raggiunge il 96%, negli Stati Uniti 100% , il 130% in Italia, per non parlare della Grecia dove il debito supera 170% . Tuttavia, il rimborso del debito ha rappresentato il 9% del bilancio dello Stato nel 2014, mentre la salute pubblica rappresenta solo il 5% di bilancio. Nel 2015, i rimborsi del debito aumentano del 33%.
Per il 2015 bisogna anche prendere in considerazione l’impatto del calo dei prezzi del petrolio sul mercato mondiale. Il Camerun è un esportatore di petrolio e il calo dei prezzi causerà una riduzione dei ricavi e diventerà più difficile il rimborso del debito. In un Paese dove la legge salario minimo mensile non supera i 50 euro, mentre la maggior parte dei prodotti sono venduti al prezzo di mercato mondiale, i camerunesi pagano una “flat tax” del 19,5% su tutti i prodotti (con qualche eccezione) rendendo la vita quotidiana una lotta costante. È essenziale trovare una soluzione al problema del debito illegittimo. Così la piattaforma per l’informazione e l’azione sul debito, membro del Cadtm (Committee for the Abolition of the Third World Debt), ha deciso di lanciare una campagna per la revisione contabile del debito pubblico. La rete Cadtm agisce sulla questione del controllo pubblico e l’abolizione del debito odioso, in Camerun come altrove.

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