Cronaca

Calabria: No alla centrale termoelettrica alimentata a carbone

Riceviamo e volentieri pubblichiamo:

Vincolo preordinato d’esproprio per elettrodotto SEI: ecco come opporsi.

Nonostante la ferma opposizione dei territori e delle istituzioni a tutti i livelli, la SEI S.p.A. non demorde dal proprio intento di costruire una centrale termoelettrica alimentata a carbone nel territorio di  Saline Joniche. Proprio in queste settimane, tramite i comuni coinvolti, è stato pubblicato da parte della SEI l’elenco dei terreni sui quali viene chiesto il al fine di costruire l’elettrodotto che dovrebbe immettere in rete l’elettricità prodotta dalla centrale. Il tracciato interessa i comuni di Melito P. S., Montebello J., Motta S. Giovanni, Reggio Calabria e Calanna.

I terreni interessati sono moltissimi, la maggior parte di privati cittadini, alcuni di proprietà del Demanio dello Stato, altri ancora addirittura dell’Istituto Diocesano per il sostentamento del clero della diocesi di Reggio Calabria.

Mentre anche il comune di Calanna ha dato una risposta seria e concreta deliberando il NO, senza se e senza ma, sia alla centrale a carbone che al relativo elettrodotto, in altri palazzi le idee non sono altrettanto chiare. La Provincia di Reggio Calabria, ad esempio, dopo essersi opposta alla centrale, aver indetto un concorso di idee internazionale per la riqualificazione del Waterfront di Saline (dal quale sono scaturite oltre 70 idee progettuali), ha inspiegabilmente dato l’assenso alla concessione del porto alla SEI.

Ed è proprio a Palazzo Foti che è andato in scena l’ultimo atto della farsa “Centrale a carbone si, Centrale a carbone no”, rappresentazione grottesca, i cui protagonisti sembravano essere usciti da un’opera di Pirandello che mette in luce il dramma di una classe politica che disconosce se stessa ed il proprio ruolo e che di volta in volta si presenta secondo schemi precostituiti, nascondendosi dietro ad una maschera scelta per l’occasione.

Finale della commedia? La concessione dell’area portuale alla SEI, su cui dovrebbe essere costruita buona parte della centrale, è stato “un atto dovuto”. Parola del Presidente Giuseppe Raffa.

MA DOVUTO A CHI?

Quando chi dovrebbe governare un territorio non riesce ad avere una coerenza nelle proprie azioni, allora non ci si può meravigliare di come tutto sia  allo sbando e la gente si senta sempre più lontana dai palazzi del potere.

Il comune di Calanna si unisce agli altri comuni dell’area grecanica in difesa dei propri cittadini e del proprio territorio, mentre altri dimenticano anche i mandati consiliari avuti.

A pochi sono noti i rischi per la salute connessi alla presenza di elettrodotti e ai campi elettromagnetici indotti dagli stessi. A tal fine la legge italiana riconosce questi rischi e fissa dei limiti massimi di esposizione ai campi magnetici che però devono essere rispettati solo nei pressi di aree gioco per l’infanzia, di ambienti abitativi, scolastici, e altri siti dove si prevede una permanenza giornaliera di oltre 4 ore.

Se qualcuno ancora pensasse che questi espropri possano essere remunerativi sappia che si sbaglia di grosso, poiché, con ogni probabilità le uniche aree realmente espropriate saranno i pochi metri quadri dove dovranno sorgere i tralicci, mentre sul resto dei terreni sarà costituita una servitù di passaggio. Appare chiaro quindi che l’utilizzabilità di questi terreni sarà seriamente compromessa se l’elettrodotto SEI dovesse essere costruito. I terreni diminuiranno necessariamente il loro valore reale mentre rimarranno inalterati i parametri di tassazione per il loro possesso.

E CHE NE SARA’ DEL PAESAGGIO?

66 km di elettrodotto devasteranno il territorio da Saline Joniche a Rizziconi, attraversando i comuni di Melito Porto Salvo, Motta San Giovanni, Reggio Calabria e Calanna. Aree in cui gravano vincoli di tipo paesaggistico, archeologico, architettonico.

Ogni proprietario può fare opposizione all’esproprio. Chiunque non avesse contezza sulle procedure da attivare può visitare il sito www.nocarbonesaline.it , dove è stato pubblicato un modello da compilare ed inviare al Ministero dello Sviluppo Economico entro il 4 agosto 2014 e l’elenco dei proprietari interessati dall’avviso.

Il Coordinamento invita con forza i primi cittadini e i commissari prefettizi chiamati a fare gli interessi dei territori che governano, nonché la Curia Arcivescovile e i cittadini tutti ad opporsi a questo ulteriore tentativo di imporre scelte che , oltre a creare potenziali danni alla salute, depauperano ulteriormente il territorio.

Coordinamento Associazioni Area Grecanica – No al Carbone

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