Brasile: “Meninos de rua“, la strage silenziosa per “ripulire“ le città
Un rapporto del Comitato Onu sui diritti dell’infanzia accusa le autorità brasiliane, e in particolar modo la polizia, di uccidere i “meninos de rua” per “ripulire” le maggiori città in vista delle Olimpiadi del 2016. Autentiche esecuzioni sommarie accompagnate dall’impunità per i responsabili.
Il durissimo atto d’accusa è contenuto in un rapporto appena pubblicato sulla condizione dei minori in Brasile; secondo la vicepresidente del Comitato, Renate Winter, l’ondata di omicidi e di violenza generalizzata, soprattutto a Rio, mira a presentare al mondo un Paese senza problemi.
Come affermato dai consulenti dell’Onu Gehad Madi e Sara Oviedo, le stragi di minori in Brasile non sono una novità e lo si è già visto in occasione dei mondiali di calcio del 2014; ora però si tratta di un metodo pianificato per “migliorare” le condizioni del territorio ed attirare manifestazioni internazionali.
Il dettagliato contenuto del rapporto è avvalorato dal recente Annuario brasiliano di Pubblica Sicurezza, che mostra un’impennata delle uccisioni giunte nel 2014 a 58.559. E fra esse non sono annoverati i tantissimi “meninos” che semplicemente spariscono senza che nessuno si curi di trovarne i corpi.
D’altronde, la violenza della polizia contro chi vive nel disagio delle favelas è un male endemico del Brasile, accertato da numerose inchieste che pure non son riuscite ad intaccare in alcun modo un fenomeno che gode del pieno appoggio, sia pure ufficialmente sottaciuto, delle autorità, di vasta parte del mondo politico e dell’establishment.