Brasile 2014: i Mondiali della vergogna
Il 12 giugno è la data d’inizio dei Mondiali di calcio. Dovevano essere lo spot propagandistico della potenza raggiunta dal Brasile; a oggi sono un flop vergognoso. Sprechi colossali (si parla di oltre 15 mld di $, ma non è finita) con costi che si dilatano di giorno in giorno; ritardi incredibili e l’improvvisazione più sfacciata; problemi d’ordine pubblico spazzati sotto il tappeto perché non turbino la copertina patinata dell’evento: questo e molto più è il quadro a tutt’oggi.
A una manciata di settimane dall’inizio nulla è pronto: stadi, vie d’accesso, infrastrutture; tutto è un cantiere. Per fare qualche esempio fra i tanti, l’Itaquerao dovrebbe ospitare la partita d’inizio del Mondiale, appunto il 12 giugno, ma è tutt’altro che completo e la Fifa spera (ma è solo una speranza) che possa essere consegnato entro maggio, e visto che il calendario non può essere modificato, a voi le conclusioni. Per cercare di fare in tempo, si accelerano al massimo i lavori senza andare per il sottile (immaginate la qualità delle opere) e nell’impianto a est di S. Paolo, costato già 250 ml di €, è morto un altro operaio, portando le vittime sul lavoro a otto.
Ma non sono solo questi i problemi: Ralf Mutshke, responsabile anticorruzione della Fifa, lancia l’allarme sulle partite; si sa già che le scommesse saranno tantissime e sarà difficile monitorarne i flussi, soprattutto quelle spot-fixing, su porzioni di partita e che non influenzano necessariamente il risultato, effettuate per esempio sul primo fallo laterale, calcio d’angolo o ammonizione. Viste le avvisaglie, pare che il rischio sia che il Mondiale divenga una colossale roulette.
Ma non è l’unica corruzione che si teme; gli appalti contestati e i vertiginosi aumenti dei prezzi delle opere sono ormai una costante, e i mld di $ volano via sottratti a sanità, servizi sociali e scuola, suscitando la crescente rabbia della gente che da un anno scende in piazza a protestare. Secondo Datafolha, un istituto statistico di S. Paolo, ultimo di una lunga serie a rilevare la medesima tendenza, nel 2008 l’80% dei brasiliani era favorevole all’evento, oggi quella maggioranza è un ricordo appassito: troppi soldi spesi, porta solo svantaggi, sono le motivazioni prevalenti.
Il Governo punta molto sulla sicurezza dei turisti che andranno nelle 12 città che ospiteranno le partite; fin’ora ha speso oltre 1 mld in dotazioni speciali a contractors e polizia: mira alla repressione di ogni protesta e di ogni disordine blindando le aree per i turisti, e che importa del resto?
Che importa ad esempio della piaga del turismo sessuale? Soprattutto quello fiorentissimo rivolto ai minori. Secondo le associazioni per la tutela per l’infanzia, tutte le iniziative sono indirizzate non a combattere ed arginare lo squallido fenomeno, quanto a renderlo invisibile alle telecamere (e magari fruibile con la debita discrezione dal turista spregevole ma denaroso). Già si hanno rapporti di come le organizzazioni criminali si stiano preparando a sfruttare l’occasione, che farà dilatare oltre misura un problema già enorme (nel 2012 si calcolavano in circa mezzo milione i minori coinvolti).
Nei pacchiani sogni di grandezza di Dilma Rousseff, questi mondiali dovevano sancire la statura di grande potenza non più emergente del Brasile; da quanto s’è visto sin’ora sanciranno la sua vergogna dinanzi al Mondo.