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Botswana: hanno cacciato un popolo e distrutto la loro terra, bisognava costruire una miniera di diamanti

di Salvo Ardizzone

Circa trent’anni fa, erano i primi anni ’80, vennero scoperti i diamanti a Gope, nella Central Kalahari Game Reserve, la terra ancestrale degli ultimi Boscimani in Botswana. Cominciarono campagne di sfratti illegali e forzati di quelle popolazioni, avvenuti nel 1997, 2002 e 2005, con la scusa ridicola di preservare l’area perché la loro presenza era “incompatibile con la conservazione della fauna” (con cui i Boscimani convivono da millenni). Per questo il Governo s’è rifiutato di riaprire i loro pozzi, ne ha limitato l’ingresso nella Riserva (di fatto impedito) e vietato l’accesso del loro avvocato nel territorio, come denuncia Survival International, un movimento internazionale in difesa dei diritti dei gruppi indigeni. 

La realtà, malgrado i governi che si sono succeduti l’abbiano sempre negato, è quella che s’è lasciata sfuggire l’allora Ministro per i Minerali, l’Energia e l’Acqua già nel 2000 parlando a un quotidiano: “Il trasferimento delle comunità boscimani vuole spianare la strada al progetto di una miniera di diamanti a Gopa”. Tesi ribadita nel 2002 dall’allora Ministro degli Esteri, il generale Marafthe, quando disse chiaro in faccia alla gente che doveva togliersi di lì per i diamanti; e sotto quella riserva ce ne sono tanti, secondo stime per 4,9 Mld di $, più che sufficienti a mettere da parte ogni scrupolo. 

Il governo anche adesso continua a negarlo con forza, ma ora è praticamente ufficiale, Survival International comunica che a giorni la miniera aprirà; cosa c’entri la tanto vantata “conservazione” con gli enormi sbancamenti e il fracking che devasterà irrimediabilmente qual territorio unico, rimasto immutato per millenni, bisognerebbe chiederlo al presidente Khama, che dell’ambiente ha fatto ipocritamente una bandiera. Per questo viene addirittura elogiato da organizzazioni come Conservation International, pronte ad applaudire stucchevoli discorsi di facciata, svolgere pingui progetti cofinanziati e chiudere entrambi gli occhi sulle lampanti violazioni dei diritti umani. 

Per i Boscimani e per Stephen Corry, direttore generale di Survival, la battaglia non è tuttavia conclusa; purtroppo, nel mondo quale è adesso, la lotta contro quasi cinque Mld di diamanti è troppo impari.  

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