Bosnia, riesplode la tensione con la Serbia
Le Nazioni Unite hanno espresso preoccupazione per i recenti episodi di incitamento all’odio e alla violenza in Bosnia Erzegovina e in Serbia, temendo che gli atti incendiari si intensifichino in vista delle elezioni di quest’anno.
I serbi bosniaci hanno celebrato domenica la loro festa nazionale, segnando la creazione della Republika Srpska – l’entità serba della Bosnia che è stata dichiarata tre decenni fa. È stato uno degli eventi scatenanti dell’avvio della guerra in Bosnia negli anni ’90, che ha causato la morte di circa 100mila persone e costretto altre due milioni a lasciare le proprie case.
La Bosnia è un Paese in eterna tensione, il cui equilibrio è regolato più dal ricordo dell’orrore provato in 3 anni di guerra intestina, che dalla voglia di stringere la mano ai propri vicini di casa; anzi, dopo gli accordi di Dayton, si è avuta una maggiore spaccatura tra le comunità che compongono il paese. E non poteva essere altrimenti del resto, visto che la Stato che hanno voluto creare gli autori di Dayton assomiglia più ad un esperimento azzardato di basso profilo geopolitico, che la reale visione della situazione sul territorio.
La Bosnia di oggi è uno Stato composto/scomposto, una incompiuta della politica internazionale, dove tutti sono autonomi ma al tempo stesso si ha paura di dichiarare la propria identità in un semplice censimento, dove insomma mentre si gioisce per i successi della nazionale di calcio, si pensa a baciare di nascosto la propria bandiera di appartenenza.
di Redazione