Boko Haram e il fondamentalismo asservito
Boko Haram è un gruppo terroristico attivo nel nord della Nigeria, fondato nel 2002. Si è fatto conoscere per la sua opposizione all’istruzione occidentale, il suo nome Boko Haram, in lingua hausa significa “l’educazione occidentale è proibita”. Attualmente i terroristi controllano il 70 per cento dello Stato di Borno. La situazione è sempre più tragica, i miliziani di Boko Haram, che si trovano principalmente nel nord-est della Nigeria, hanno recentemente effettuato attacchi mortali nei Paesi confinanti del Ciad, Camerun e Niger, uccidendo decine di persone e lasciandone migliaia senza tetto. Il terrorismo è diventato il problema principale della Nigeria.
I sequestri di persona sono ormai all’ordine del giorno in Nigeria. Più di 5mila persone sono state già rapite. Recentemente, più di cinquemila persone sono state uccise, sempre nel nord della Nigeria. Gli aiuti umanitari non bastano. Portare medicinali, cibo, cura, sostentamento è un’impresa ardua. Per i nigeriani la questione terrorismo sembra un incubo che non finisce mai. Nella Nigeria si perpetrano massacri senza tregua di migliaia di persone adulti, bambini, civili e militari.
Boko Haram, assassini pagati e manovrati
Ma il problema in Nigeria non è un problema prettamente religioso, questi terroristi sono per lo più persone asservite, sono fanatici e criminali. Il vero problema è più profondo. È un fatto di povertà e mancanza di cultura. C’è chi li manovra scrupolosamente. Sono assassini pagati, senza alcun ideale politico o religioso, come degli “assunti” per un business qualunque.
Questo posto è oggi una delle zone più ad alto rischio dell’Africa, per certi versi la peggiore. Qui non è guerra, qui è terrorismo della peggiore specie, una violenza primitiva, che usa il coltello più delle armi sofisticate. Certo, chi muore non sono bianchi ed europei, non sono “persone civili”, di serie A. La pietà si mostra ancora una volta selettiva. Quello che fa più male e paura da queste parti è il rischio della rassegnazione, l’interesse dei media che si allenta, quasi che vivere così possa essere normale.
Una terra punto di scambio tra Sahara e Golfo di Guinea
Questa terra, evangelizzata dai missionari irlandesi cent’anni fa, per secoli punto di scambio tra il Sahara e il Golfo di Guinea, dove la pacifica convivenza tra religioni diverse era un fatto normale, è il tragico palcoscenico di una violenza feroce che mira a dividere e imporre un odio che non c’era. I musulmani devono abbracciare il credo del fanatismo, altrimenti diventano bersaglio della setta che non accetta moderazione. I cristiani se ne devono andare, o convertirsi anche se vivono qui da generazioni, in pace con la stragrande maggioranza dei musulmani, da buoni vicini oppure come famiglie allargate con parenti di fede diversa. Chi non si piega al volere del fondamentalismo viene ucciso o vive nel terrore di poter essere lui il prossimo a lasciarci la pelle. Ma tutto ciò negli interessi di chi?!
Persone che da vive non fanno notizia ma che da morti fanno vendere i giornali. Ma ormai se muoiono solo in due o tre ci interessano sempre meno. Per fare audience devono morirne almeno una decina o ventina. Di occidentali, di solito, ne basta uno solo.
di Amani Sadat