Birmania, milioni di persone vivono in aree contaminate da mine
Birmania – Le mine inesplose piazzate dall’esercito birmano nelle zone di conflitto ad Est del Paese sono una minaccia quotidiana per la vita dei civili. Un rapporto dell’organizzazione umanitaria Ginevra ha stimato che circa cinque milioni di persone vivono in aree contaminate da mine anti uomo.
Secondo l’organizzazione per i diritti umani, Karen Human Rights Group (Khrg), le mine sono presenti nella zona dei villaggi di Noh Kay, T’Nay Hsah Township, Pa’an e a Htee Kyah. Molti abitanti dei villaggi non sono a conoscenza di dove sono state posizionate le mine dei militari birmani e corrono quotidianamente dei rischi.
Sempre l’organizzazione Khrg ha documentato, anche recentemente, che i militari birmani usano gli abitanti dei villaggi per scovare le mine facendoli a camminare davanti alle unità dell’esercito.
In Occidente si parla assai poco della Birmania, uno Stato vasto più del doppio dell’Italia posto in una posizione strategica, incuneato com’è fra Cina, India e l’Oceano Indiano. È una terra di contraddizioni: povero e sottosviluppato, con una popolazione stimata in circa 50 milioni che ha un reddito fra i più bassi del mondo e di cui quasi un terzo sotto la soglia della povertà, eppure ricco di materie prime: gas, petrolio, minerali strategici e legnami pregiati, anche pietre preziose fra le più ricercate.
Dal ’62 è stata dominata – direttamente o tramite fantocci – da un regime militare che l’ha chiusa al mondo, ed ha esercitato una feroce oppressione ed un totale controllo della società che l’ha condannata all’arretratezza e scoraggiato a lungo gli investimenti. Le rivolte non sono mancate, ma sono state stroncate da una spietata repressione che ha punteggiato di sangue la sua storia tormentata.
di Redazione