Beirut a un mese dalla catastrofe
Questa mattina i soccorritori hanno ripreso la ricerca di possibili sopravvissuti sotto le macerie a Beirut, un mese dopo che la devastante esplosione che ha distrutto il porto della città. Il 4 agosto, una micidiale esplosione ha ucciso 191 persone. Un mese dopo, sette persone risultano ancora disperse.
Nella giornata di ieri, è emersa la speranza che un disperso potesse essere ancora trovato vivo dopo che un dispositivo sensore ha rilevato un battito cardiaco sotto i detriti di un edificio crollato. Le squadre di soccorritori cileni e libanesi hanno usato le mani per sollevare pezzi di macerie dal sito tra i distretti colpiti di Gemmayzeh e Mar Mikhail.
Quest’area è stata tra le più colpite dalla potente esplosione che è stata udita a Cipro, a circa 240 chilometri di distanza.
L’esplosione ha devastato diverse zone di Beirut, peggiorando notevolmente una crisi economica che da anni attanaglia il popolo libanese. Fa scalpore la vergognosa posizione dell‘Occidente che, attraverso Macron, ha imposto al Libano una linea politica filo-occidentale in cambio degli aiuti.
Nel corso della sua ultima visita a Beirut, Macron ha invitato la classe politica libanese ad assumersi le responsabilità e impegnarsi in serie riforme entro pochi mesi o a rischiare azioni punitive, comprese sanzioni. Quindi, una chiara minaccia verso il Libano: o accettate le condizioni dell’Occidente o le sanzioni vi lasceranno in ginocchio. Chiara “democrazia occidentale”.
di Redazione