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Beirut. Nell’attentato morto il capo dell’intellligence dei servizi di sicurezza interni

 di Giovanni Sorbello

Nell’attentato di oggi pomeriggio in piazza Sassine nel quartiere di Ashrafiyeh a Beirut, a poche centinaia di metri dalla sede del partito Kataeb, un’autobomba, imbottita con circa 50 kg. di Tnt, ha provocato 8 morti e oltre cento feriti. Tra le vittime il direttore dell’intelligence dei Servizi di sicurezza interni libanesi, generale Wissam el Hassan.

El Hassan era il responsabile dell’apparato di sicurezza di Rafic Hariri all’epoca dell’attentato mortale del febbraio 2005, ed è stato anche oggetto di indagini per quell’episodio. Era stato lui a far arrestare i quattro generali dell’esercito ingiustamente accusati dell’attentato ad Hariri. Negli ultimi anni c’erano stati vari tentativi per assassinarlo, ma era sempre riuscito a sfuggire agli agguati, sino ad oggi, quando un ordigno telecomandato lo ha ucciso. Wissan el Hassan era stato anche tra i responsabili dell’arresto di Mishel Samaha.

Le forze filo occidentali e prosaudite libanesi hanno da subito iniziato a indicare la Siria come responsabile dell’attentato, stessa procedura come avevano già fatto nel caso di Rafic Hariri, per essere poi clamorosamente smentiti.

La sensazione finale è che c’è la volontà da parte di certe forze, per lo più starniere, di far sprofondare nuovamente il Libano in una inaudita guerra civile.

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