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Sardegna: decreti penali contro manifestanti

Diciassette decreti penali di condanna rivolti ad altrettanti studenti universitari della Sardegna, attivisti del Comitato contro l’occupazione militare. Questa la scelta dallo Stato in risposta a una manifestazione, organizzata il 6 luglio 2016, in occasione di un incontro su inquinamento e protezione del mare. Il convegno, ospitato dall’Università di Cagliari, vedeva come relatori rappresentanti della Protezione Civile, della Marina Militare e della Saras. La Saras è una società che opera dal 1962 nel settore della raffinazione del petrolio e della produzione di energia elettrica. Fondata da Angelo Moratti, la Saras rappresenta il 15% della capacità di raffinazione dell’Italia ed è stata oggetto di diverse polemiche nel corso degli anni a causa dell’inquinamento e della poca sicurezza per gli operai. È anche protagonista di un documentario di denuncia, Oil La forza devastante del petrolio, diretto da Massimiliano Mazzotta.

La scelta dei relatori, così compromessi con la tematica dell’inquinamento e sfruttamento del mare della Sardegna, non ha lasciato indifferenti gli studenti dell’ateneo che si sono sentiti in dovere di manifestare il proprio dissenso.
“In quella giornata una trentina di persone avevano contestato rumorosamente la presenza di relatori che sono la causa principale della grave situazione ambientale della Sardegna e dei suoi mari; contestarli in uno spazio e in luogo che ci vede viverlo quotidianamente dovrebbe essere qualcosa di assolutamente normale nella vita dell’Università, mentre evidentemente con questo provvedimento la Questura di Cagliari ha voluto dirci chiaramente: i militari si, gli studenti no”, si legge nel comunicato rilasciato dal movimento.

Manifestazione che è stata interpretata dal pubblico ministero come “violenza privata aggravata e in concorso” con condanna a un mese di galera che si tramuta in una multa di 11.250 € a testa, per un totale di 200mila euro.

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Striscione appeso dai manifestanti in occasione del convegno

I decreti penali come arma di repressione statale

Il decreto penale di condanna è uno speciale procedimento caratterizzato dall’assenza di un’udienza preliminare e dibattimento in quanto con esso è possibile giudicare l’imputato sulla base delle indagini preliminari effettuate dal pubblico ministero.

Non è la prima volta che lo stato ricorre all’uso dei decreti penali per inibire attivisti o movimenti sociali. Decreti penali di condanna sono stati usati per “punire” alcuni manifestanti della rete forumpalestina in occasione degli attacchi israeliani contro Gaza del 2008 e anche nei confronti degli attivisti del movimento Nodalmolin.

Gli studenti ricorreranno contro i provvedimenti penali, mentre continuano sottolineare che “contestare i militari e la Saras per noi non ha prezzo per la Questura di Cagliari evidentemente sì: 200mila euro”.

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