Barhain. Stop agli abusi giudiziari contro gli attivisti per i diritti umani
di Cristina Amoroso
Continuano gli abusi del potere giudiziario in Barhain contro attivisti dei diritti umani, colpevoli di avere esercitato il loro diritto di parola e di espressione. Contro i continui abusi hanno espresso profonda preoccupazione organizzazioni no profit per i diritti umani, che promuovono la consapevolezza e il sostegno dei diritti umani in Bahrain impegnandosi contro gli abusi e le violazioni, da “Gli Americani per la democrazia e i diritti umani in Bahrain” (Adhrb), al “Centro del Bahrain per i diritti umani” (Bchr), all'”Istituto Bahrain per i diritti e la democrazia” (Bird).
In particolare, le organizzazioni condannano il protrarsi della detenzione degli attivisti Zainab Al-Khawaja, Ghada Jamsheer e per la condanna di Nader Abdulemam, chiedendone la liberazione immediata.
Abbiamo già parlato in precedenti articoli di Zainab al-Khawaja, di cui un giudice ha ordinato il processo il 30 ottobre, rinviato poi fino al 4 dicembre. Alla data prestabilita Zainab non ha partecipato al processo, boicottandolo in quanto certa che sarebbe stato un processo giudiziario ingiusto e di parte. E’ stata arrestata il 14 ottobre 2014 nel corso di una comparizione in tribunale con l’accusa di avere strappato una fotografia del re del Barhain. Si prevede che Zainab, all’ottavo mese di gravidanza, resterà in carcere fino alla sua comparizione in tribunale. La sua famiglia ha dichiarato che il parto è fissato per il 3 dicembre tramite taglio cesareo. Le organizzazioni per i diritti umani esprimono preoccupazione per la possibilità che il parto avvenga in detenzione, in condizioni certo non adatte per un neonato.
Quanto all’attivista per i diritti umani Nader Abdulemam, l’arresto è avvenuto il 27 agosto 2014 con l’accusa di aver insultato una figura religiosa sul suo account personale di Twitter. Il 23 ottobre, un tribunale del Bahrain ha condannato Abdulemam a sei mesi di reclusione per accuse relative al tweet. E’ detenuto dal suo arresto. Già in precedenza Abdulemam era stato preso di mira per aver esercitato il suo diritto alla libertà di espressione.
Il 15 settembre è stata arrestata Ghada Jamsheer, attivista che difende i diritti delle donne, per avere scritto dei tweets che criticano la gestione dell’ospedale della Hamad University sollevando sospetti di corruzione. Il suo account Twitter (Ghada_Jamsheer) è stato sospeso in seguito al suo arresto. Il 29 ottobre, un tribunale del Bahrain ha ordinato alla Jamsheer di pagare una multa di 100 dinari del Bahrain con l’accusa di “diffamazione su Twitter”. Lei si trova ad affrontare due casi aggiuntivi in relazione alla libertà di espressione, mentre il pubblico ministero sta indagando su altri otto possibili casi di diffamazione portati avanti contro di lei da parte di individui, tra cui il capo dell’ospedale generale dottor Salman Atiyat Allah Al-Khalifa, membro della famiglia regnante. La sua prossima udienza in tribunale sarà il 24 novembre.
Le organizzazioni chiedono al governo del Bahrain di rilasciare immediatamente e senza condizioni Zainab Al-Khawaja, far cadere tutte le accuse relative alla libertà di espressione e di garantire la corretta assistenza medica; rilasciare immediatamente e senza condizioni Nader Abdulemam e Ghada Jamsheer e annullare tutte le spese relative alla libertà di espressione; rilasciare tutti i prigionieri politici e porre fine alla sistematica presa di mira di individui per aver esercitato il loro diritto alla libertà di espressione pacifica.