Barcellona: 1,5 milioni di persone per dire Si all’indipendenza della Catalogna
Una folla straripante, stimata fino a 1.400mila persone, ha affollato la Meridiana, la grande via che attraversa Barcellona, manifestando per l’indipendenza della Catalogna.
L’11 settembre è la Diada, la festa nazionale catalana, ed segnato pure l’inizio della campagna elettorale per le elezioni regionali che si terranno il 27 settembre.
Arturo Mas, il Presidente catalano uscente, ha formato una vasta coalizione indipendentista che spazia dal centrodestra a formazioni di sinistra. Mas ha già dichiarato che se vincerà le elezioni, conquistando almeno 68 seggi sui 135 del parlamento regionale, avvierà un processo di secessione che entro 18 mesi porterà la Catalogna all’indipendenza, malgrado la durissima opposizione del Premier Mariano Rajoy e dell’intero Governo di Madrid, secondo i quali la Costituzione vieta l’uscita della Regione dalla Spagna.
La Catalogna, con 7,5 milioni di abitanti, produce almeno il 20% del Pil del Paese e ne costituisce la parte più produttiva. A parte l’opposizione generale alle politiche del Governo centrale, che hanno condotto ad un’altissima disoccupazione e a benefici solo per le istituzioni finanziarie e la grande industria, una delle principali ragioni di risentimento verso Madrid è costituita dal fatto che la Regione finanzi il Governo centrale con almeno 16 Mld di tasse in più di quanto non riceva.
Ma la rivendicazione dell’indipendenza non si basa solo su fattori economici: la Catalogna ha una lingua propria, una cultura ed una Storia antica ben diverse da quelle castigliane; è una piccola Patria con profonde radici proprie che, malgrado le ovvie resistenze di Madrid, ha buon diritto di rivendicare l’autodeterminazione e il proprio posto fra le Nazioni.