Bambini e mine: un’eredità mortale
A differenza di altre armi da guerra, le mine antiuomo e gli ordigni inesplosi sono unici in quanto la loro distruttività è indiscriminata e sopravvive a lungo ai conflitti per i quali sono stati usati. Mettono in pericolo generazione dopo generazione di civili, soprattutto bambini.
Anni dopo la fine della battaglia, le mine antiuomo rimangono nascoste nei campi, nelle foreste, nelle strade e nei sentieri finché qualcuno non calpesta inconsapevolmente e scatena un’esplosione mortale, o un bambino trova e gioca con una granata inesplosa.
Il pericolo di mine terrestri e ordigni inesplosi è esacerbato per i bambini, che sono incuriositi dalle loro forme e disegni a volte colorati e curiosi. Le butterflies mines e le bombe a grappolo rappresentano un’attrazione fatale per molti bambini. I bambini per la loro piccola corporatura hanno più probabilità di morire in seguito alle esplosioni di ordigni rispetto agli adulti. Circa l’85% dei bambini vittime delle mine muoiono prima di raggiungere l’ospedale.
I bambini ed in particolare quelli rifugiati e sfollati sono più in pericolo e i principali bersagli delle mine antiuomo perchè ignari dei pericoli derivanti dal giocare o attraversare zone pericolose. Le lesioni provocate da ordigni antiuomo includono la perdita degli arti, la vista o l’udito con la conseguente inabilità permanente.
Senza adeguate cure mediche, i bambini feriti dalle mine antiuomo sono spesso tolti dalle scuole. Hanno quindi limitate prospettive future in campo educativo e professionale e sono spesso considerati un onere per le loro stesse famiglie.
di Redazione
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