L’Alto rappresentante dell’Unione europea (Ue) per gli affari esteri, Josep Borrell, ha criticato il regime al potere di Al-Khalifah per la “spaventosa condizione” dei diritti umani in Bahrain, impegnandosi a utilizzare tutti i mezzi disponibili per migliorare la situazione.
Borrell, in risposta a una lettera inviata da membri del Parlamento europeo in merito alla terribile situazione dei diritti umani nel regno del Golfo Persico, ha sottolineato la condizione degli attivisti detenuti Mohamed Ramadan e Hussein Ali Moosa, che sono stati condannati a morte. Sono accusati di aver attaccato nel 2014 un convoglio e ucciso un agente di polizia ad al-Deir, un villaggio a nord-est della capitale Manama.
L’alto funzionario dell’Ue ha ribadito che tutte queste questioni dovrebbero essere discusse di nuovo durante il prossimo dialogo sui diritti umani previsto per la fine dell’autunno 2021.
Borrell ha inoltre osservato che i rappresentanti dell’Ue hanno partecipato alla sessione della corte di Ramadan e Moosa, che si è svolta il 8 gennaio, aggiungendo che l’Ue ha invitato il Bahrain a rilasciare gli attivisti per i diritti umani che soffrono di cattive condizioni di salute.
Il 5 marzo 2017, il parlamento del Bahrain ha approvato il processo contro i civili presso i tribunali militari. La mossa ha suscitato una condanna diffusa da parte di organismi e attivisti per i diritti umani ed è stata descritta come l’imposizione di una legge marziale non dichiarata in tutto il Paese. Il 3 aprile 2017, il re del Bahrain, Hamad bin Isa Al-Khalifah, ha approvato un emendamento costituzionale.
Bahrain, nove anni di abusi e atrocità
Dal 2011, il regno è teatro di vaste proteste contro il regime. I manifestanti chiedono la cacciata del regime di Al-Khalifah e l’istituzione di un sistema giusto e conclusivo che rappresenti tutti i cittadini del Bahrain. Il regime di Manama, in cambio, ha ignorato gli appelli e sta portando avanti la sua brutale repressione.
di Yahya Sorbello
