Bahrain, prigionieri sciiti massacrati nelle celle
Le forze di sicurezza del Bahrain hanno attaccato dozzine di detenuti sciiti che partecipavano a un rituale di lutto nella famigerata prigione di Jau. Il regime al potere di Al-Khalifah prosegue con la sua brutale repressione contro gli attivisti per i diritti umani e la comunità sciita nel piccolo Paese del Golfo Persico.
La rete televisiva Lualua in lingua araba, citando un post pubblicato sulla pagina Twitter ufficiale di Zeinab Khamis – un membro della Bahrain Human Rights Society, ha riferito giovedì che guardie carcerarie hanno fatto irruzione nell’edificio 4 della struttura di detenzione. Le guardie hanno aggredito i detenuti mentre stavano celebrando l’anniversario del martirio dell’Imam Ja’far al-Sadiq – il sesto sciita Imam e fondatore della scuola di giurisprudenza Ja’fari, morto il 25° giorno del mese lunare di Shawwal più di 13 secoli fa.
Centinaia di detenuti sono attualmente trattenuti dietro le sbarre della prigione di Jau, che è la principale struttura di detenzione del Bahrain, per la loro partecipazione a pacifici raduni a favore della democrazia.
Bahrain nove anni di rivolta
Dal febbraio 2011, migliaia di manifestanti anti-regime hanno tenuto manifestazioni quotidiane, chiedendo alla dinastia al-Khalifah di lasciare il potere e istituire un sistema giusto che rappresenti tutti i Bahrainiti. Il regime di Manama ha fatto di tutto per reprimere ogni forma di dissenso. Il 14 marzo 2011, truppe provenienti dall’Arabia Saudita e dagli Emirati Arabi Uniti sono state dispiegate per assistere il Bahrain nella repressione degli oppositori. Decine di persone hanno perso la vita e centinaia di altri hanno subito lesioni o sono stati arrestati.
Il 5 marzo 2017, il parlamento del Bahrain ha approvato il processo contro i civili nei tribunali militari in un provvedimento fortemente criticato da attivisti per i diritti umani e definito equivalente all’imposizione di una legge marziale non dichiarata in tutto il Paese. Il monarca del Bahrain, Re Hamad bin Isa al-Khalifah, ha ratificato l’emendamento costituzionale il 3 aprile 2018.
di Redazione