CronacaEconomia

Istat: famiglie più povere nel 2022

Istat – Non si può sicuramente dire che il governo Meloni non rispetti gli impegni. Il primo maggio, il governo ha programmato una riunione del Consiglio dei Ministri dove, all’ordine del giorno, vi sarà il “provvedimento in materia di lavoro e politiche sociali”. L’idea maturata nella maggioranza è quella di approvare, nel giorno della festa del lavoro, non solo il taglio al cuneo fiscale (tre miliardi) ma anche il decreto in mano alla ministra Calderone dove si tagliano il sostegno pubblico alla povertà e si allargano le maglie della precarietà, diminuendo, nei fatti, il potere negoziale del lavoro. 

Nei fatti, la maggior parte del testo serve a introdurre al posto del tanto odiato Reddito di Cittadinanza, il nuovo GIL, acronimo che sta per Garanzia per l’Inclusione, accompagnato dal GAL, ossia Garanzia per l’Attivazione Lavorativa, dove verranno elargiti 350 euro al mese per 12 mesi, destinati agli “Occupabili”.
In sostanza cosa accadrà? Si aiuteranno meno famiglie con meno soldi per meno tempo, con un particolare non da poco: chi ha più figli verrà maggiormente penalizzato. Non solo, un articolo prevederà di eliminare le “causali” dei contratti a termine, in pratica il motivo per cui li si usa, purché certificati dai consulenti del lavoro, cioè la categoria in mano al marito del ministro Calderone, Rosario De Luca.

Dall’Istat arrivano i numeri

Mentre si discute di tutto ciò, dall’Istat arrivano i numeri: oltre una famiglia su tre, il 35,1%, nel 2022, ha dichiarato di aver visto peggiorare la propria situazione economica. È un livello che non è mai stato raggiunto precedentemente, nel rapporto BES, dell’anno precedente, la percentuale era del 30,6%.
Da segnalare che nell’anno pre pandemico, il 2019, solo un nucleo su quattro si percepiva come impoverito.

In aumento anche la percentuale di chi arriva a fine mese con grande difficoltà. Infatti, dal precedente 8,2% del 2019, si arriva al 9,1% del 2021. È aumentato il reddito lordo disponibile ma l’inflazione ha fatto crollare il potere di acquisto. Quanto sia stato importante il Reddito di Cittadinanza è testimoniato dal fatto che l’indice di diseguaglianza è aumentato al 5,8 contro il 5,7 del 2019. Senza le misure di sostegno sarebbe al 6.9.

Si fanno i conti con quattro crisi contemporaneamente, in una sorta di tempesta perfetta: Pandemia, rivoluzione tecnologica, crisi climatica, crisi energetica dovuta alla guerra in Ucraina. L’Italia è sprofondata all’ultimo posto nel contesto europeo del lavoro, i dati riguardano l’occupazione femminile e quella maschile con un aumento dei lavoratori a termine che sono saliti del 4,6% con un +146mila. Va male anche il fronte della salute con l’eccesso della mortalità dovuta al Covid-19. Aumentano anche le differenze territoriali dove la Campania ha la più bassa speranza di vita alla nascita (80,9 anni), quasi tre anni in meno rispetto a Trento (84 anni).

di Sebastiano Lo Monaco

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