Bahrain, condanne a morte e repressione
Continua silenziosa la brutale repressione del regime del Bahrain contro la comunità sciita del Paese. L’esecuzione di due attivisti sciiti da parte del regime ha scatenato proteste in tutto il Paese in cui una persona è rimasta uccisa dalle forze del regime. Mohammed al-Muqaddah è stato ucciso a seguito dell’inalazione di gas lacrimogeni che sono stati sparati dalle forze militari per reprimere l’enorme folla di manifestanti ad Al-Balad Al-Qadim.
In un altro episodio di vile repressione emerso da un video pubblicato nei social media, dei membri dell’ambasciata del regime del Bahrain a Londra hanno tentato di gettare un attivista dal tetto dell’edificio diplomatico mentre protestava contro la recente esecuzione del regime di tre attivisti sciiti.
L’attivista, Musa Akrawi, ha scalato le pareti dell’ambasciata per protestare contro l’esecuzione di attivisti a Manama. Il giovane ha registrato un video di se stesso dopo aver raggiunto il tetto dell’edificio, dove ha cantato slogan contro il regime del Bahrain.
Rivolgendosi al primo ministro britannico Boris Johnson, Akrawi ha dichiarato: “Chiama il tuo amico King Hamad (del Bahrain) per fermare gli omicidi”. Secondo quanto emerso, il personale dell’ambasciata ha picchiato Akrawi e ha cercato di buttarlo giù dal tetto.
Il caso dei due attivisti giustiziati Ahmad al-Malali, 24 anni, e Ali Hakim al-Arab, 25 anni, ha attirato l’attenzione internazionale. I due erano stati condannati lo scorso anno insieme ad altri 56 uomini per “crimini terroristici”.
Nove anni di rivolta in Bahrain
Dal febbraio 2011, migliaia di manifestanti anti-regime hanno tenuto manifestazioni quotidiane, chiedendo alla dinastia al-Khalifah di lasciare il potere e istituire un sistema giusto che rappresenti tutti i bahrainiti. In risposta, Manama ha fatto di tutto per reprimere ogni forma di dissenso.
Il 14 marzo 2011, truppe provenienti dall’Arabia Saudita e dagli Emirati Arabi Uniti sono state dispiegate per assistere il Bahrain nella repressione degli oppositori. Decine di persone hanno perso la vita e centinaia di altri hanno subito lesioni o sono stati arrestati.
Il 5 marzo 2017, il parlamento del Bahrain ha approvato il processo contro i civili nei tribunali militari in un provvedimento fortemente criticato da attivisti per i diritti umani e definito equivalente all’imposizione di una legge marziale non dichiarata in tutto il Paese.
di Yahya Sorbello