Aumentano le spese militari americane per soddisfare le richieste delle lobby delle armi
Venerdì, sotto la spinta determinante della maggioranza repubblicana, la Camera Usa ha approvato un bilancio militare di 612 Mld di $; con lo stesso provvedimento, ben 89 Mld saranno destinati alle Overseas Contingency Operations (Oco), le operazioni oltremare, una cifra colossale che sfuggirà ad ogni tipo di taglio, almeno tripla delle attuali esigenze dopo il forte ridimensionamento degli impegni all’estero.
Il provvedimento, che ha suscitato le ire dei congressisti democratici e su cui Obama ha minacciato il veto, è stato motivato ufficialmente dalla necessità di dotare il Pentagono di risorse adeguate agli impegni. In realtà, le potentissime lobby degli armamenti, che hanno fra i repubblicani i loro riferimenti, erano già da tempo sul piede di guerra per la revisione dei criteri d’acquisto dei sistemi d’arma, che fin’ora avevano assicurato guadagni stratosferici e spese senza alcun controllo.
Da un’indagine dello scorso anno condotta a ritroso fino al 1996, è stato appurato che il Dipartimento della Difesa Usa non è stato in grado di giustificare correttamente spese per diverse migliaia di miliardi di dollari, soprattutto per quanto riguarda quelle destinate alle Oco, praticamente incontrollate.
La valanga di denaro che dovrebbe affluire alle industrie per armamenti ed alle aziende che assicurano servizi all’apparato militare (vedi contractors e così via), dovrebbe essere in buona parte sottratta ai programmi di assistenza sociale e sanitaria, avversati ferocemente dalla maggioranza repubblicana, pressati in questo dai colossi delle assicurazioni e della sanità privata.