Augusta: la messa in ricordo delle vittime del petrolchimico
Il 28 di ogni mese, si ripete il triste ricordo delle vittime della strage silenziosa di Augusta, in Sicilia; nella Chiesa Madre, in occasione della messa pomeridiana, padre Palmiro Prisutto, l’Arciprete, leggerà una lista di nomi sempre più lunga per ricordare quelle vite spezzate dal cancro portato dalle industrie. Portato da quell’enorme polo petrolchimico (il più grande d’Italia) che agli inizi era stato salutato con gioia da chi pensava al benessere che ne sarebbe venuto; quel lavoro sembrava un dono, ma con quello è arrivata la morte, i bimbi malformati, gli aborti spontanei e lo stupro d’un intero territorio.
In nome del profitto è stato inquinato tutto: aria, suolo, sottosuolo e mare, in modo tale da inibire qualsiasi altra attività e dare una forza mostruosa al ricatto più spregevole: o alle industrie era concesso di continuare a svolgere l’attività nella maniera per loro più conveniente, o la fame. È un’intera popolazione presa in ostaggio da un pugno di multinazionali, nella totale assenza di uno Stato indegno di questo nome.
Quella lista dei morti per cancro nella zona del petrolchimico di Augusta, si è allungata di domenica in domenica fino ad arrivare a quota 900, novecento nomi che vengono gridati dall’altare della chiesa di Don Prisutto.
Quella lista di nomi letti durante la funzione, vuole essere un grido di protesta contro il silenzio colpevole delle istituzioni che dovrebbero agire e non lo fanno; vuole dare un nome ad esistenze distrutte, facendole emergere dalla nebbia di chi li vorrebbe fantasmi muti e dimenticati. Continueremo ad occuparci di questa vicenda indegna, per dare voce a chi è ormai muto per sempre, ai familiari, a chi patisce un ignobile ricatto.
di Redazione