Alla fine degli anni ’40 nel nord di Siracusa nasceva il polo industriale Augusta-Priolo-Melilli. Era l’anno 1949 quando nacque la prima raffineria, la Rasiom di Angelo Moratti e poi, una dopo l’altra, vennero costruite varie raffinerie, centrali elettriche, impianti chimici e petrolchimici al fine di produrre “sviluppo, ricchezza e benessere”.
La gente trovò lavoro, tanto lavoro ma anche le “malattie del progresso” a causa dei ben 18 insediamenti produttivi di “ricchezza”, ma anche di sofferenza e di morte.
Alla fine degli anni ’70, la Città di Augusta (il comune più grande della provincia dopo il capoluogo) aveva scoperto che il numero dei morti di cancro e dei bambini nati con malformazioni aveva raggiunto livelli allarmanti ma, a parte studi ed inchieste a tutti i livelli, nessuno ha mai voluto affrontare seriamente il problema.
Oggi, il numero dei morti di cancro ad Augusta è ancora più alto e i cittadini ritengono responsabili le Istituzioni di questo Stato. Si è tentato in vari modi di nascondere questa scomoda verità. Infatti, da anni ad Augusta non nascono più bambini né sani né malformati e neanche si praticano aborti perché è stato chiuso il relativo reparto dell’ospedale locale.
Ad Augusta è in atto una vera e propria strage, purtroppo “silenziosa” di cui mi sono fatto portavoce. Così, come in certe giornate della memoria si leggono i nomi delle vittime, ho deciso di leggere i nomi dei morti di cancro di Augusta durante la Messa di ogni giorno 28 del mese, che si celebra in memoria delle vittime del cancro di Augusta. Tuttora, nonostante una certa paura e riluttanza dovuta al ricatto occupazionale, sono stati censiti migliaia di morti di cancro.
Ad Augusta una strage silenziosa
Vorremmo che la strage silenziosa di Augusta venisse riconosciuta ed equiparata ad altre stragi, e che le vittime del cancro di Augusta venissero messe sullo stesso piano di altre vittime che magari ogni anno hanno maggiore visibilità.
Riteniamo che solo con una presa di coscienza istituzionale e mediante una visione diretta del luogo si potrà dare avvio ad una azione forte che ripristini sia il Diritto sia i diritti dei cittadini qui palesemente violati.
I cittadini di Augusta, nonostante il loro lavoro e sacrificio che producono una ricchezza valutabile in varie decine di miliardi di euro per lo Stato, hanno visto:
1. Chiudere lo stadio per l’inquinamento
2. Ridimensionare l’ospedale con la soppressione del reparto di Ostetricia
3. Chiudere il Tribunale
4. Chiudere l’Agenzia delle entrate
5. La probabile chiusura della sede Inps
6. Accogliere metà degli immigrati arrivati in Sicilia
Non avere il dovuto riconoscimento dei nostri problemi da parte dello Stato, vuol dire che l’uguaglianza e la dignità dei cittadini sancita dalla Costituzione, di fatto non esiste.
Padre Palmiro Prisutto