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Attentato Boston: qual è la verità?

di Federica Vitale

Nuovi dettagli emergono sull’attentato alla maratona di Boston. Si indaga sulla nuova pista russa. È emerso infatti che Tamerlan Tsarnaev, il maggiore dei due fratelli, 26 anni, rimasto ucciso durante lo scontro a fuoco con la polizia, aveva soggiornato per ben sei mesi in Russia, dal giugno al novembre dell’anno scorso. Tamerlan avrebbe trascorso gran parte del tempo in Daghestan – dove vivono i genitori – spostandosi diverse volte in Cecenia. Si pensa che i sei mesi trascorsi in Russia possano essere stati decisivi per la condotta dei due ragazzi, causa la possibile vicinanza a gruppi estremisti islamici molto attivi nella regione del Caucaso.

Intanto Dzhokhar Tsarnaev, 19 anni, sopravvissuto allo scontro, resta ricoverato in ospedale in gravi condizioni. Secondo Nbc news, il ragazzo ha iniziato a rispondere alle domande degli inquirenti per iscritto, a causa di una ferita alla gola che gli impedisce di parlare. Nel frattempo, l’Fbi starebbe dando la caccia ad una cellula di 12 terroristi sospettati di aver preso parte all’attentato. La pista del “terrorismo islamico” sembra essere, dunque, la più accreditata.

Tuttavia, fioriscono le teorie complottiste. Alex Jones, regista statunitense, famoso per aver realizzato 911: the Road to Tyranny (un documentario in cui smentisce la versione ufficiale data sugli eventi dell’11 settembre a New York) parla di un “false flag”, di un’ennesima messinscena del governo statunitense per distogliere l’attenzione dell’opinione pubblica dalle accuse di crimini di guerra da poco rivolte al presidente Obama. Accuse rivoltegli dalla “Task Force” del Constitution Project che, dopo due anni di investigazioni, ha realizzato un rapporto di oltre 500 pagine sull’uso sistematico della tortura da parte degli Stati Uniti in seguito agli attentati dell’11 settembre. Dopotutto, il terrorismo gioca sempre a favore del governo.

Si sa, inoltre, che proprio il giorno della maratona era in corso a Boston un’esercitazione con detonazione controllata. Il Boston Globe “twitta” infatti, il 15 aprile: “Funzionari: Ci sarà un’esplosione controllata di fronte alla biblioteca entro un minuto come parte delle attività della squadra dinamitarda”. Dalle foto scattate sul luogo, ancor prima dell’esplosione della bomba, si possono vedere chiaramente uomini della Craft International, la società fondata dall’ex Navy SEAL Chris Kyle, riconoscibili dall’uniforme e dagli zaini neri con il logo della società. Che le bombe siano opera loro? Probabilmente non lo si saprà mai.

D’altra parte, le stesse “teorie del complotto” ben si prestano ad essere a loro volta smentite. Come quella che svelerebbe la “vera” identità di Jeff Bauman, il ragazzo che a causa dell’esplosione ha perso entrambe le gambe e che sarebbe invece Nick Vogt, ex ufficiale dell’esercito statunitense che perse le gambe in Afghanistan, nel novembre 2011. Ma basta fare una semplice ricerca su Facebook per “trovare le differenze” e capire quanto questa teoria sia un fake.

Insomma, tra le teorie ufficiali e quelle complottiste, l’unica teoria accettabile è che, per quanto la si possa cercare, la verità è sempre lontana.

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