Il presidente siriano Bashar al-Assad ha avvertito che il regime israeliano sta complottando per espellere i cristiani dall’Asia occidentale come parte di un programma settario e di spartizione. “Lo sfollamento dei cristiani è un obiettivo principale per gli schemi esterni della regione, ma è principalmente un obiettivo israeliano”, ha dichiarato ai partecipanti alla Conferenza Ecclesiastica Internazionale tenutasi domenica a Damasco.
“Quando i Paesi della regione saranno divisi in diversi Stati settari, ognuno con un solo colore, allora Israele diventerà parte del tessuto naturale. Pertanto, mantenere la struttura della regione e la sua identità diversificata sono un’esigenza che dovremmo difendere”, ha affermato Assad all’agenzia di stampa Sana. “I siriani che aderiscono alla fede cristiana non sono mai stati un ‘ospite’, né un cittadino ‘passeggero’, ma un vero partner nel lavoro e nella produzione”, ha proseguito.
Separatamente, la Syrian Arab News Agency (Sana) ha affermato che un padiglione che la Siria ha gestito all’Expo 2020 di Dubai ha ospitato un incontro internazionale sui siti archeologici siriani. L’evento si è tenuto su invito del Syrian Trust for Development con il titolo “Restoring the Syrian Heritage and reviving local communities”.
Assad visita Emirati Arabi Uniti
L’incontro ha avuto luogo a seguito di una visita di Assad negli Emirati Arabi Uniti, avvenuta nonostante gli sforzi degli Stati Uniti e dei loro alleati per isolare Damasco appoggiando i terroristi anti-siriani o imprimendo sanzioni al Paese arabo.
Assad si è recato venerdì negli Emirati Arabi Uniti, dove ha incontrato il principe ereditario di Abu Dhabi Sheikh Mohammed bin Zayed Al Nahyan e il sovrano di Dubai Sheikh Mohammed bin Rashid Al Maktoum.
Durante il suo incontro con Assad, il principe ereditario degli Emirati Arabi Uniti “ha sottolineato che la Siria è un pilastro fondamentale della sicurezza araba. Gli Emirati Arabi Uniti sono desiderosi di rafforzare la cooperazione con la Siria”, ha aggiunto, descrivendo le due nazioni come “popoli fratelli”.
di Redazione
