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Arrivano anche i Tornado italiani nell’operazione farsa anti-Isil

di Salvo Ardizzone

L’Italia ha deciso di inviare quattro Tornado in Kuwait, con al seguito alcune centinaia di specialisti, nell’ambito delle operazioni contro l’Isil. Secondo le dichiarazioni, i velivoli svolgeranno missioni Isr, in pratica di ricognizione, ma nelle prossime settimane potrebbero anche svolgere missioni d’attacco.

L’Italia s’unisce alla ridicola “guerra” contro il “califfato” che, malgrado i tanti mezzi messi in campo da tante Nazioni, procede alla grottesca media di 4–8 sortite giornaliere. Quella missione, meglio, quella messa in scena, che costa comunque una barca di soldi (mantenere laggiù tanti assetti operativi, a parte i raid, costa da sé un’enormità), è figlia diretta delle contraddizioni che lacerano Washington.

All’ombra del Campidoglio ci sono lobby potenti quanto trasversali, in piena sintonia con gli interessi delle Monarchie del Golfo, che hanno per capintesta politici sia fra repubblicani come McCain, che fra democratici come Hillary Clinton; per vari canali esse tutt’ora aiutano, equipaggiano e finanziano i tagliagole in Siria e in Iraq, e vorrebbero che gli attacchi aerei avessero per primo obiettivo Assad e il suo esercito. Ma ci sono pure altri centri di potere che vorrebbero sganciarsi in tutta fretta da quel pantano, per dedicarsi ad altri loro interessi (è sempre questo il punto) in Estremo Oriente.

Obama, ora più che mai azzoppato dopo la batosta alle elezioni, sta nel mezzo con la sua Amministrazione, e sceglie di non decidere: rimane laggiù, sganciando bombe ma il meno possibile; aiuta i “ribelli” in Siria, ma senza neanche sapere a chi finiscano armi e soldi.

È l’ennesimo pasticcio sanguinoso, confezionato dal criminale cinismo di Washington.    

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