Armi dall’Est Europa per i “ribelli” siriani
di Redazione
Un recente rapporto ha rivelato che grossi carichi di armi e munizioni, forniti da Paesi dell’Est Europa, arrivano abitualmente in Arabia Saudita per poi essere trasferiti ai “ribelli” siriani.
L’agenzia d’informazione tedesca Deutsche Welle ha riferito la scorsa settimana che le armi, tra cui fucili kalashnikov AK-47, mitragliatrici, granate e cannoni anticarro, sono arrivate in basi aeree saudite e tramite contrabbandieri fatte arrivare ai gruppi “ribelli” siriani.
Le armi per lo più provengono dalla Bosnia-Erzegovina, Bulgaria, Croazia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Montenegro, Serbia e Romania. Il rapporto ha inoltre rivelato che le armi vengono esportate anche per via aerea e mare per la Giordania, gli Emirati Arabi Uniti e la Turchia, oltre che l’Arabia Saudita.
Tutte le norme internazionali in materia di controllo delle esportazioni di tecnologia e attrezzature militari sono sfacciatamente violate; inoltre, una notevole quantità di munizioni esportate dalla Bulgaria verso i Paesi di cui sopra portano la scritta “Unknown Shipping”.
Queste armi sono finite nelle mani di gruppi terroristici come Daesh, ampiamente sostenuti e finanziati dall’Arabia Saudita. Le armi presumibilmente vengono trasportate in Siria a bordo di camion scortati dai militari turchi e successivamente consegnati ai leader dei “ribelli” siriani.
Nel maggio 2015, il quotidiano turco di centro-sinistra Cumhuriyet ha pubblicato sul suo sito web filmati che mostrano camion appartenenti alla National Organization Intelligence turca, nota anche come Mit, che trasportano armi per i gruppi “ribelli” in Siria.
La Siria ha sempre accusato l’Arabia Saudita, la Turchia e il Qatar di essere tra i principali sostenitori dei gruppi terroristici che combattono contro il legittimo governo siriano.