Il doppio gioco dell’Arabia Saudita e le bombe made in Sardegna
La settimana scorsa l’Arabia Saudita si è fatta promotrice di un’azione di sabotaggio nei confronti del Qatar, accusato di sostenere e armare gruppi terroristici. Quella stessa settimana, esattamente il 10 giugno, è partito l’ennesimo carico di bombe dal porto di Cagliari verso Riyad. Il cargo, composto da 14 container per più di 2000 ordigni, è stato caricato sulla Bahri Jedda, gigantesca nave battente bandiera saudita.
Il tutto nel silenzio più totale. A darne riscontro mediatico solo il deputato di Unidos Mauro Pili: “Un carico di morte senza precedenti, nonostante tutti i richiami dell’Onu a fermare questa devastante guerra dei sauditi contro la popolazione Yemenita. Un approvvigionamento gestito con codice rosso. Massima riservatezza e allerta sicurezza massima – dichiara Pili in un’intervista dove sottolinea il carattere di massima segretezza dell’operazione, e continua – nel porto canale deserto non c’era nemmeno una nave. I vigili del fuoco hanno presidiare sin dal pomeriggio di ieri ogni manovra dentro il porto terminal di Cagliari. I canali ufficiali ma con codice secretato imponevano la presenza di forze dell’ordine a presidio del porto canale già dalle prime luce dell’alba”.
Rmw, l’azienda che esporta bombe all’Arabia Saudita per 489 milioni di euro
La Rmw è un’azienda tedesca con sede a Ghedi, in provincia di Brescia e con la fabbrica in Sardegna, più precisamente nella provincia di Carbonia-Iglesias, una delle provincie più povere d’Italia. Secondo il report pubblicato dall’Osservatorio permanente sulle armi leggere e le politiche di sicurezza e difesa (Opal), nel settembre 2016 sono state ritrovate in Yemen più di cinque bombe inerti sganciate dall’aviazione dell’Arabia Saudita e riportanti la sigla “Commercial and Government Entity (Cage) code A4447”, sigla che le ricollega inevitabilmente all’azienda Rmw Italia.
Nonostante i vari richiami dell’Onu, nonostante la legge n°185 del 1990 che vieta allo Stato Italiano di vendere armamenti a “paesi in stato di conflitto armato”, l’Italia continua a sovvenzionare la Rmw. Nel 2016 le licenze di esportazione rilasciate dal ministro degli Esteri italiano alla Rmw ammontavano a 489,5 milioni di euro.
Intanto il bilancio della guerra in Yemen sale a più di 5.000 morti e oltre tre milioni di profughi.
di Irene Masala