Arabia Saudita, l’alleato “moderato” dell’Occidente
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Martedì scorso, Amnesty International ha pubblicato un rapporto che documenta come in Arabia Saudita siano state giustiziate 102 persone nei primi sei mesi del 2015, in netta crescita sul 2014; 26 esecuzioni solo in agosto in un crescendo sempre più rapido.
Secondo lo studio, è il pessimo sistema giudiziario saudita a facilitare il moltiplicarsi delle decapitazioni; circa la metà dei giustiziati negli ultimi anni è straniero, con poca o nulla conoscenza della lingua, cosa che li ha danneggiati in maniera determinante durante il processo senza che nessuno se ne curasse minimamente. Malgrado Amnesty abbia cercato di contattare i ministeri dell’Interno e della Giustizia, non solo ha avuto negato l’accesso al Paese, ma non ha ottenuto alcuna risposta in merito all’applicazione della pena di morte.
L’Arabia Saudita è un Paese chiuso, la cui casa reale considera il regno e le sue ricchezze una proprietà personale, e i sudditi oggetti privi di ogni diritto. Concetti come libertà di espressione, di voto, di culto sono chimere sconosciute come ogni più elementare diritto civile, ed il dissenso, di qualunque tipo, è represso nel modo più brutale.
L’Arabia Saudita è il Paese che ha sponsorizzato, finanziato e armato bande di terroristi in tutto il mondo, causando un numero incalcolabile di morti e distruzioni immani per perseguire i propri cinici disegni di potere.
L’Arabia saudita è il Paese che ormai da cinque mesi conduce un’aggressione spietata contro lo Yemen, reo di essersi liberato dal regime-fantoccio attraverso cui Riyadh lo dominava. Un’aggressione proditoria e senza alcuna legittimazione, che ha causato e causa morti a migliaia fra la popolazione civile ed enormi distruzioni, e che ora sta provocando una crisi umanitaria spaventosa, voluta per piegare la resistenza di un Popolo che non vuole cedere.
Questo è il Paese che viene considerato dall’Occidente un alleato; un elemento di stabilità, pilastro di un fantomatico fronte di Stati arabi “moderati”, costituito da spietate dittature e regni assolutisti, dove la libertà è sconosciuta e la repressione sanguinosa regola.