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Un piano per gli Stati Uniti d’Europa, un Super stato che smembra l’Unione

Tra venti anti-establishment e anti Unione Europea da tempo è stato elaborato un piano per veri e propri Stati Uniti d’Europa, un super Stato al massimo di 15 Paesi, un’unione federale che prende le mosse a Roma il 14 settembre 2015.

stati uniti d'europaMontecitorio. Firma della Dichiarazione “Più integrazione europea: la strada da percorrere”

A Palazzo di Montecitorio, il 14 settembre 2015 è stata firmata una dichiarazione dai presidenti delle Camere Basse dei Parlamenti di quattro Stati: Laura Boldrini, Presidente della Camera dei Deputati per l’Italia, Claude Bartolone, Presidente della Assemblée nationale per la Francia, Norbert Lammert, Presidente del Bundestag per la Germania, Mars Di Bartolomeo, Presidente della Chambre des députés per il Lussemburgo.

“In qualità di Presidenti di assemblee parlamentari nazionali, i cui membri rappresentano la volontà popolare manifestata attraverso elezioni democratiche, ci impegniamo a contribuire a questo processo e a valorizzare l’imprescindibile ruolo dei parlamenti”. Così recitano i quattro Presidenti che in quattro pagine presentano la strada giusta del proseguire nella integrazione economica europea, come primo passo verso un’unione federale degli Stati Uniti d’Europa.

Presentazione della Dichiarazione a Bruxelles e in Lussemburgo

Nei giorni 7-8 dicembre 2015 il Presidente della Camera dei Deputati in Italia, Laura Boldrini, anche a nome degli altri tre firmatari, presenta ai presidenti del Parlamento europeo, Martin Schulz e della Commissione europea, Jean-Claude Junker, la Dichiarazione sulla “integrazione europea Maggiore: la via giusta”. Oltre ai quattro firmatari iniziali, i Presidenti dei Parlamenti ciprioti e bulgari hanno espresso il loro sostegno alla Dichiarazione. I Parlamenti di Austria, Portogallo e Malta hanno anche annunciato la loro intenzione di aderire. A maggio 2016 la presidente Laura Boldrini partecipa alla Sessione di apertura e alla I Sessione della Conferenza dei Presidenti dei Parlamenti dell’Unione Europea a Lussemburgo, per incontrare i presidenti di altri parlamenti e ottenere più ampio consenso sul progetto federale Ue. Ad oggi la Dichiarazione è stata firmata da 15 presidenti di Parlamento.

La stampa e la Dichiarazione

Se la stampa italiana dà scarsissimo spazio (solo il Sole 24 ore) a questo “patto”, la stampa inglese prima del referendum del 23 giugno sulla Brexit, usa toni di forte critica verso il documento. Così The times, titolando l’articolo “Piani elaborati per il superstato europeo”, riferisce il giudizio di Chris Grayling, leader della Camera dei Comuni: “Questo documento dimostra ora che ci sono seri piani per un’unione politica, in cui i paesi della zona euro si muovono verso un unico governo.” Un portavoce della Commissione europea ha detto del documento: “Non sono a conoscenza di tale iniziativa. Questo non è qualcosa legato alla commissione”.

Altra stampa come il BreitBart e il Dailymail riferiscono le stesse perplessità verso la Dichiarazione, considerata un vero piano elaborato per creare gli Stati Uniti d’Europa, per una integrazione non limitata al campo delle questioni economiche e fiscali, o per il mercato interno e la politica agricola, ma che includerebbe tutte le questioni relative agli affari sociali, culturali e a questioni estere com la sicurezza e la difesa. L’emergere del documento – riferisce il BreiBart – arriva pochi giorni dopo la rivelazione che la Germania e i Paesi Bassi stanno già premendo con piani federalisti relativi alle forze armate. In tal modo sperano di creare il nucleo di un esercito europeo che possa ingrandirsi in seguito e divenire l’esercito degli Stati Uniti d’Europa.

La Lettera dei Quattro Presidenti

Quanto alla Dichiarazione, i presidenti dei Parlamenti di Germania, Italia, Francia e Lussemburgo hanno pubblicato una lettera che chiede una “unione federale”. E’ stata pubblicata dal giornale italiano La Stampa, il 27 febbraio 2017 (https://www.lastampa.it/2017/02/26/cultura/opinioni/editoriali/un-patto-per-lunione-federale-NeF0aVYKZqi5wsZpIEx25N/pagina.html) e non è solo una coincidenza se la lettera sia stata pubblicata all’approssimarsi del 60° anniversario del Trattato di Roma, firmato il 25 marzo 1957 da Belgio, Francia, Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Germania ovest. Il Trattato, che ha aperto la strada a quello di Maastricht e all’Unione Europea nel 1991, è entrato in vigore il 1°gennaio 1958. Nella lettera si sostiene che la dichiarazione “Più integrazione europea: la strada da percorrere” indica in modo netto cosa c’è da fare per vincere le sfide europee e globali. “Noi quattro la sottoscrivemmo nel Palazzo romano di Montecitorio il 14 settembre 2015. Oggi le firme sotto quel testo sono diventate quindici. Dobbiamo arrenderci all’evidenza che questo numero non aumenterà più”.

La Relazione italiana sugli Stati Uniti d’Europa

Fin dallo scorso anno la stessa Presidente Boldrini ha costituito un Comitato di esperti indipendenti con il compito di predisporre una relazione entro il mese di febbraio 2017, anche in veste della definizione di proposte che la Presidente intende sottoporre ai colleghi dei Parlamenti dei Paesi dell’Unione Europea in occasione di una conferenza interparlamentare il 17 marzo 2017 a Montecitorio, alla vigilia delle celebrazioni del 60° anniversario dei Trattati di Roma.

Il dibattito delle quattro parti in cui è articolata la relazione in italiano e in inglese (http://www.camera.it/application/xmanager/projects/leg17/attachments/shadow_mostra/pdf_05s/000/024/144/relazione_finale_saggi_ITA_ENG.pdf) con le varie proposte di avvio della Riforma dell’Unione Europea, è già stato fissato coincidente con il 70° anniversario del Congresso dell’Europa dell’Aja a maggio del 2018.

Ora si guarda dalla parte di un’integrazione europea sempre più contestata da un certo numero di partiti euroscettici nella convinzione che l’Unione cadrà “come il muro di Berlino” (Le Pen), o nella previsione che “l’Euro quest’anno cadrà” (Mark Blyth, professore britannico di economia politica). Mentre tutti guardano da quella parte, da quell’altra forse accade il nostro destino, ma non c’è nessuno ad osservare.

Può accadere che per il futuro della Ue succeda quello che è accaduto per il Trattato di Lisbona, il quale, come tutte le cose che ridisegnano la Storia, che decidono della nostra esistenza, che consegnano a poteri immensi immense fette del nostro futuro, non è al centro di nulla, passa nel silenzio, non trova prime pagine o clamori di alcun tipo, nel Sistema come nell’Antisistema. E noi ci ritroviamo privati nella sostanza di tutto ciò che conoscevamo come patria, parlamento, nazionalità, autodeterminazione e molto altro ancora. Stiamoci accorti.

di Cristina Amoroso

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