Ancora proteste contro il Muos a Niscemi, ma la base è oramai ultimata
Si è svolto ieri pomeriggio a Niscemi, in provincia di Caltanisseta, l’ennesimo corteo di protesta contro la costruzione del famigerato sistema satellitare presso la base della marina militare americana, in contrada Ulmo.
Il corteo molto disciplinato, almeno inizialmente, composto da circa duemila persone provenienti da tutta la Sicilia, ha percorso i sentieri della Sughereta per raggiungere la base militare della marina americana.
Il sistema di comunicazione satellitare ad altissima frequenza viene contestato per i suoi campi magnetici ritenuti altamente pericolosi alla salute. Il Muos dovrebbe entrare in attività entro il 2017, così come confermano fonti del Pentagono.
Momenti di tensione si sono avuti quando un gruppo di manifestanti ha cercato di forzare il cordone di polizia in tenuta antisommossa, che proteggeva la base americana. Gli agenti hanno effettuato una carica di alleggerimento per far desistere i “rivoltosi”.
Il Muos resta l’ennesima pagina nera per la Sicilia, una terra abbandonata da tempo dai suoi governanti che, anche in questa vicenda hanno dimostrato una vergognosa complicità e un vile asservimento alle volontà degli Stati Uniti d’America. Da evidenziare, e crediamo rimanga l’aspetto più importante di questa lotta, la consapevolezza nei cittadini di questo paese dell’entroterra siciliano, di essere vittime di un tremendo atto criminale attuato da quella potenza straniera e occupante – sono 130 le installazioni militari presenti in Sicilia – che ancora oggi, una vergognosa e falsa storiografia ufficiale li definisce “Liberatori”.
Non saranno certo i cortei, le manifestazioni, i sit-in e le proteste di un popolo a preoccupare o far desistere questi “Signori della guerra” a rinunciare ai loro interessi criminali. Che siano ancora una volta civili innocenti a pagare per queste nefandezze, resta comunque un particolare drammaticamente irrilevante.