di Redazione
“La distruzione da parte dei militari israeliani di edifici civili durante l’offensiva militare di questa estate contro la Striscia di Gaza, è da considerare un crimini di guerra e i responsabili devono essere portati davanti alla giustizia”, denuncia in un rapporto Amnesty International.
“Tutte le prove che abbiamo mostrano questa distruzione su vasta scala effettuata deliberatamente e senza alcuna giustificazione militare”, ha dichiarato oggi Philip Luther, direttore del programma di Amnesty International per il Medio Oriente e Nord Africa. “I fatti sul terreno e le dichiarazioni fatte dal portavoce militare israeliano al momento, indicano che gli attacchi sono stati una punizione collettiva contro la popolazione della Striscia di Gaza e sono stati progettati per distruggere i loro mezzi di sussistenza già precari”.
Tra gli episodi contestati da parte del gruppo per i diritti umani, la distruzione di quattro edifici a più piani nel corso degli ultimi quattro giorni dell’operazione militare israeliana, che rappresenta una grave violazione del diritto umanitario internazionale. Uno degli edifici simbolo distrutti è stato il Centro commerciale a Rafah, che comprendeva negozi, un ambulatorio medico, uffici e forniva rifugio per centinaia di famiglie.
Le autorità israeliane hanno dichiarato – ovviamente – che l’edificio in questione ospitava un centro di comando del movimento palestinese Hamas, mentre in un altro c’era la sede dei “servizi legati ai militanti palestinesi”. Tuttavia, Tel Aviv ha rifiutato di cooperare con l’inchiesta delle Nazioni Unite su possibili crimini di guerra durante il conflitto, accusandolo di parzialità. L’esercito israeliano ha aperto una serie di indagini penali per il bombardamento di una scuola dell’Onu che causò la morte di almeno 15 persone e il bombardamento contro la spiaggia di Gaza in cui morirono quattro bambini.
Nella seppur breve ma “intensa” storia di Israele, mai nessuna inchiesta interna ha portato al riconoscimento dei responsabili degli innumerevoli massacri condotti dall’esercito di Tel Aviv contro i civili palestinesi.
